Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

DELL' AUTONOMIA ITALIANA 53 e valorosi, le condanna, dico, ad esset·e decimati dal moschetto e dal cannone su di un campo di guerra. La estrema necessità, un diritlo incontrastabile sono i due soli titoli che possono onestare codesta violenza della natura, e disacerbarne in parte g-li effetti dolorosissimi. Prescindendo ancora dalla necessità, la prima cosa che si sarebbe dovuto assodare in questo conato guerresco era la sua g-iustizia ; e la sua giustizia fu l' ullima a cui si pensasse; anzi non ci si pensò ;menomamente, levatasi la voce nelle piazze della guerra santa e della nuova crociata, il solo re carne in dubbio la giustizia fu un titolo più che bastevole per essere anuolato nelle liste di proscrizione. Ora io sfiderei qualunque politico, moralista o teologo a mostrare anche un'ombra di diritto in quell'attentato. Ammeno che non ne vogliate stare al giudizio dell' abbate Gavazzi o del padre Ventura, voi non lo troverete un politico cordato, un moralista, un teoloao veramente catlolir.o, che vi avveri quell'ombra di diritto. Il dir tirannico il Governo austriaco nelle sue provincie italiane non merita neppure esser preso sul serio. Può ben quel sog·getto esser lasciato alle ispirazioni poetiche del Rossetti e del Berchet; ma chiunque sia vissuto qualche tempo nella Lombardia o nella Venezia può aver veduto coi p•·opri occhi' che quelle contrade in oani parte di civile culto non eran seconde a verun' altra della Penisola; se non forse nell'ordine, nella tranquil-

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