Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

50 DRITTO E CONVENIENZA ra pug-nanti non ricorda per avventura da parecchi secol-!- u.n pe1·iodo più trepido, se solo n'eccettuate il napoleoui co. La dieta di Francofort che si eleva a contrastare le secolari influenze imperiali nell'AJemag-na federale; l'Ung-heria sollevata da' Magiari che, non pag·hi delle prerogative godute fin quì, vogliono padronegsiada da despoti; la Boemia colle altre province slave riscosse anch'esse al sentimento della unità ed independenza nazionale; l'Italia fuggitagli di mano come per incantesimo, e fino la capitale dell' Austt·ia e dell'Impero che rompe in una ribellione, che quanto ad ~ntensità ed estensione non ha esempio nella storia. Sono scorsi dei g-iorni nel passato anno, nei quali sarìa stato un problema il cercare, il trovare nel mondo l'Impero austriaco. Ma esso avea dei principii vitali che non si spengono leg-germente, e che possono· invigorirsi nelle scosse e nell'attrito. La tenacità di alcuni popoli per le paterne tradizioni, un esercito forte e disciplinato, una dovizia di capitani esperti e di uomini politici, quale forse nessuno Stato di Europa può vantarne altrettanta, sono stati questi g·li elementi che hanno salvata l'Austria, e la fa· ran fo1·se sorgere più forte dalla imminente sua ruina. Ad un monarca meno per g-li anni che pet· sanità cagionevole, disugua1e al gran peso di quel governo , è succeduto un Principe nel fior della età , forte di spiriti rigogliosi e, a quel che dicesi, d'animo risoluto e tenace. Le ottenute franchigie

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