Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

CONCLUSIONÉ. 153 vremmo attendere più terribile punizione; ed è appunto la vita presente dove si consumano le punizioni dei popoli. All01·a avremmo una nuova confea·ma che la fede col sole divino eh' n'è l'autore incede, come l'astro del giomo, dalle piaghe orientali alle occidentali. Lo precede l' aurora, l'accompagna il meriggio , ma dietro le spalle non si lascia che il crepuscolo e la riotte. Surto nella Palestina, illustrò dei suoi raggi l'Asia Minore , la Tracia, la 1\facedonia, la Grecia, l'Illiria , la Dalmazia, e venne a fermare il suo seggio nella Italia. .Ma si andò poscia mano mano rita·aendo da quelle già sì culte e sì cattoliche contrade: oggi il lembo orientale della Penisola non è diviso dallo scisma) daHa eresia e dall' Islamismo che per le venticinque o trenta leghe dell'Adriatico. Crescono le apprensioni al vedere Ja nostra inerzia , il nesll·o orgoglio, ma soprattutto al considerare i maravigliosi acquisti che sta facendo la fede cattolica nelle Americhe, le quali sono per noi l'e stremo occidente. Forse i veri incivilitori dell'Asia scioglieranno dall'Oregane , dalle due Californie e dal Guatimala, per mostrarsi dall' Oriente al Giappone ed alle sponde sinuose del Fou-Kien. Spuntata colà l'aurora) per noi sarebbe suonata l'ora dell'annottare. Più felice è l'altra parte ~eli' alternativa, la quale è che nella Italia il senno e la religione della maggioranza riesca a spegnere il conato demagogico ed eterodosso; talmente che si trovasse essa

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