Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

138 DRITTO E DOVBRB riposando la salute pubblica sotto la salvaguardia della moralità universale. Le armi cittadine e le Polizie poteano avere almen l ' effdto di rendere inutili gli eserciti permanenti sgravando il pubblico erario di un enorme peso , ed il popolo ;d'un servigio non desiderato , dove il pan del soldato qon è un bisogno. Al più si sarebber potute mantenere per un·· attitudine d'imponenza da conservarsi pel di fuori . Ma novellamenle le armate si sono l'ese indispensabili alla tranquillità delle città, non se ne potrebbero allontanar senza rischio; ed all'antica arte guel'resca si è dovuto agg iungere un trattato sulla battaglia delle contrade , e sul far la breccia alle barricate. Dove si osservi che gli eserciti, reclutati comunemente nelle campagne, si trovano acconci a compiere questo pietoso uffizio di sostenere le guardie nazionali a tutelare l'ordine' dove queste nou f raternizzinf), colla rivolta, e a combatterle se fraternizzino , si trovano, dico, acconci a quest' uffi - zio, perchè nell'aperto aer campestre, in quella vita tranquilla e nella qua si perenne dipendenza da Dio, conservano meno corrotti i principii di religione, di morale e di ordine. Ma quando la cancrena si sarà propagata infino ad essi, quando ogni coutadino , e però quasi ogni soldato sarà socialista , come il colto operaio della città , allora suonerebbe l'ora della dissoluzione e del caos sociale. E ciò dimostra che nel mondo cristiano una società non può vivere appoggiata unicamente sulla foua

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