Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

124 DRITTO B DOV:BRB to di sacri doveri, furon tradotti come sgherri e satelliti della tirannide, finirono illacrimati , e nel paese medesimo che avean salvo ne fu violata la tomba e Ia memoria insullata. 1\fa i facitori delle più sanguinose ribellioni se riuscirono nella prova, furono eroi; se caddero , vennero salutati come martiri, e loro non mancò mai un servizio fune· hre e un panegirico ultrademocr·atico dal padre Ventura. Dove si osservi che qui non si ts·atta di que. sta o quella forma di governo, di questa o quella pretensi one.l\1a senza aver mai riguardo ai motivi, l'ammirazione e il plauso si son tributati a chiunque ha avuto la baldanza di trarre in piazza per uccidet·e o farsi uccidere: questo è proprio il concetto che si è voluto santificat·e' O che si com· batta contro un Principe per una folle e selvaggia ostinatezza , come in Sicilia; o che si combatta contro la Costituzione per avere democrazia, come in Napoli ed in Vienna; o che contro la democrazia pel socia1ismo come in Parigi, ciò monta poco: la massima è la stessa : Il principio d> insurrezione è 1empre eroico, il principio che comprime è sempro tirannico. Riusciti cosl a fare l'apoteosi delle rivolture e del disordine , ci stupiremo che quello stato di eccezione e passeggi ero, cominci a farsi per noi abituale e permanente? Dal tanto parlare in questo senso antimorale ed antievangelico , dal tanto dissimularsi la verità

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