Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

un certo senso, di recuperarli ·nell'ambito del suo socialismo 6 • Malgrado la divergenza rigorosamente ribadita dal « revisionismo sindacilistico del Sorel » 7 lo accumunavano ai sindacalisti la _stes.savolontà di azione, la stessa fede nella rivoluzione sociale 8 • Piu stretti erano infatti divenuti i suoi contatti con Filippo Corridoni, , Amilcare De Ambris e gfi altri dirigenti dell'Unione Sindacale Milanese, i quali a loro volta avvertivano che, con Mussolini, nel Partito socialista qualcosa di nuovo poteva comunque accadere. In questo quadro e lungo queste linee di tendenza vanno considerate le rispettive posizioni, sia nei loro momentanei ac.costamenti -·- preludio agli avvenimenti della Settimana Rossa - sia nelle profonde differenze e nei ricorrenti episodi polemici. Sullo stesso piano dell'azione sindacale, nonostante i contatti suddetti, assai vivi erano i contrasti. I sindacalisti, infatti, non solo criticavano le posizioni teoriche dei socialisti rivoluzionari e la loro azione in seno al partito, ma, soprattutto, li attaccavano aspramente per le loro responsabilità nell'indirizzo della C.G.d.L. Questa aveva tenuto il suo congresso a Mantova nel maggio del 1914. La politica rivoluzionaria non vi aveva fatto àlcun passo avanti. Tranne qualche conquista meramente formale, il corso riformista era stato riconfermato e, pei; giunta, approvato da quello stesso gruppo che se ad Ancona aveva votato l'intransigenza assoluta, a Mantova, invece, non era neppure riuscito a fare accettare l'incompatibilità . . con 1 massoni. Alceste De Ambris, in una conferenza dedicata al Congresso di Mantova, sottolineava questa incapacità dei rivoluzionari a definirsi nel campo sindacale: « Non hanno saputo dirci - concludeva su L'Internazionale - che cosa vogliono e in che cosa si differenziano dai riformisti » 9 • Due punti fondamentali andavano soprattutto esaminati: i rapporti fra PSI e sindacati e l'indirizzo tecnico della confederazione. Su entrambe le questioni l'ala sinistra del partito si era limitata a vaghe critiche, accontentandosi della concessione di una piu larga rappresentanza delle camere del lavoro nel Consiglio Nazionale e nel Consiglio Direttivo. « Ma tutto 6 A proposito dell'atteggiamento di Mussolini nei confronti del sindacalismo rivoluzionario, è interessante considerare due articoli, l'uno di Giuseppe De Falco, I sofismi dell'opposizione, l'altro di Sergio Panunzio, Il lato teorico e il lato pratico del socialismo, pubblicati sul fascicolo del 15-31 maggio dell'Utopia, e le relative argomentazioni ed ipotesi di Renzo De Felice, op. cit., p. 195-197. Bisogna tener presente inoltre le esplicite intenzioni di Mussolini nel fondare la rivista (cfr. Al Largo, in Utopia 22 novembre 1913 e l'Impresa disperata, ibidem, 15 gennaio 1914) e la lettera di Giulio Barni al fratello Ugo del 10 ottobre 1913. Parlando dei suoi rapporti con il direttore dell'Avanti!, il Barni scriveva: « Io avevo preparato alcuni articoli sui casi di Trieste. Ed egli con la scusa che per l'Avanti!, erano troppo lunghi, li pubblicherà in Utopia. Utopia è nata infatti per dire quello che sull'Av. è troppo azzai:.dato manifestare ». 7 Conferenza tenuta da Mussolini al Politeama di Firenze, 1'8 febbraio 1914; cfr. Ava.n.ti!, 9 febbraio 1914. 8 Cfr. L'Impresa disperata in Utopia, 15 gennaio 1914. « La rivoluzione sociale non è uno schema mentale o un calcolo, ma prima di tutto un atto di fede. Io caro Prezzolini, credo nella Rivoluzione sociale. » cit. da Enzo ·santarelli, La revisione del marxismo in Italia. Studi di critica -storica. Milano, 1964, p. 162. 9 Alceste De Ambris, Rilievi sindacalisti sul Congresso di Mantova, ne L'Internazionale, 23 maggio 1914. 46 BibliotecaGino·sianco

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