Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

determinanti a caratterizzare come rivoluzionaria la politica della sinistra socialista. Grave mancanza di quest'ultima era stata l'aver tralasciato di affrontare due fondamentali questioni, il problema istituzionale ed il metodo per realizzare la rivoluzione. « Non mi pare errato ripetere - concludeva il De Ambris nell'articolo di commento ai lavori dell'assise socialista - che il Congresso di Ancona non ha fatto che orpellare di verbosità rivoluzionaria il vecchio riformismo. Il congresso ha avuto cura costante di mantenersi sul terreno della possibilità attuale nell'ambito dello stato, e perciò lo stesso ha fatto opera riformista » 2 • Da questa valutazione appare chiaramente la divergenza di fondo che separava il sindacalismo dalla concezione rivoluzionaria di Mussolini e degli _altri socialisti: la negazione della lotta politica come strumento della rivoluzione. I sindacalisti infatti ritenevano impossibile guidare alla vittoria la lotta delle classi lavoratrici attraverso le istituzioni borghesi. Scriveva Paolo Mantica a commento del Congresso di Ancona: « I rappresentanti del partito socialista hanno affermato ancora una volta, il sogno illusorio di condurre la lotta di classe sul terrenò elettorale e parlamentare » 3 • Svolgendo una critica puntuale delle posizioni socialiste, che colpiva la formula stessa del partito politico, egli continuava: « Come per tutti i partiti rivoluzionari, elettorali, l'errore del socialismo di Mussolini consiste nella sovrapposizione di una teoria rivoluzionaria ad una pratica democratica ». Per i sindacalisti era evidente che « la lotta di classe non può essere fatta che sul terreno di classe, cioè con gli organi particolari creati dal proletariato; esige l'organizzazione permanente della rivolta operaia, che non può essere realizzata con l'intervento di alcun partito, poiché questo esercita necessariamente la sua azione sul piano democratico cioè sul terreno dei compromessi, e non sul piano operaio». Il partito svolge « un'azione indiretta » ha un « compito accessorio » in quanto agisce nell'ambito di strutture contro cui la classe operaia combatte e può soltanto « portare sulla scena democratica le volontà espresse dal proletariato sulla scena operaia ». Alla luce di questi principi la posizione di Mussolini appare al Mantica paradossale. Mussolini infatti propugna la piu intransigente lotta di classe, denunzia il pericolo democratico, si adopera a far sf che il socialismo diventi sempre piu proletario « sempre meno popolo sempre piu classe» ma non si distacca dal terreno della democrazia. Egli « crede che con procedimenti democratici tradizionali, con la conquista, fatta anche con tattica intransigente, delle istituzioni politiche ed amministrative il proletariato potrebbe raggiungere la sua liberazione», ed in ciò consiste il suo equivoco. Egli infatti non si rende conto che « se con l'astra2 Alceste De Ambris,. La concezione rivoluzionaria al congresso socialista, ne L'Internaziona,le, 16 maggio 1914. · 3 Paolo Mantica, L'intransigenza dei socialisti rivoluzionari, ne L'Internazionale, 9 maggio 1914. 44 BibliotecaGino Bianco

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