Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

impotenza della diplomazia, troppo legata alle tricche dinastiche, feudali e clericali per sostenere la causa della pace, bisognava appellarsi all'iniziativa dei popoli, per regolare. i rapporti internazionali sugli ideali della solidarietà e della fratellanza. Questo era il senso e lo scopo dell'incontro del 9 aprile. Ma in tanta buona disposizione di spiriti, gli accenti piu diffidenti, e persino ostili, verso il convegno vennero questa volta da Trieste, da quel gruppo dei socialisti dissidenti di Pagnini, che dal tempo della scissione del 1909 avevano calcato sempre piu la spinta « patriottica » del loro orientamento. Il fronte· dei socialisti italiani dell'Austria rivelò allora molte piu fratture e contrasti che nel 1905, lasciando intendere quale spostamento di forze fosse in atto a favore della causa « nazionale». Non era piu soltanto la questione dello scetticismo di Battisti e del suo divergere dai socialisti triestini, o anche da certi esponenti del sindacalismo trentino; ma in forma ben piu acuta, spesso addirittura rissosa, c'era ora anche l'opposizione della minoranza scissionista triestina a tutta la linea « internazionalista» del partito diretto da Fittoni, e quindi anche a quei convegni che -egli coerentemente propugnava. Mentre a Trento il dissenso si espresse sulla stampa di partito, ma in un reciproco rispetto di opinioni, tra il riserbo del Popolo ( dove Battisti commentando nel numero del 23 febbraio l'intervista di Ellenbogen alla Stampa aveva riespresso il suo disaccordo sulla confusione dei due problemi, trentino e triestino, che egli voleva distinti perché distinti erano i rapporti delle due regioni con l'Italia come con l'Austria) e l'organo sindacalista L'Avvenire del Lavoratore che pubblicava articoli di incondizionato appoggio all'iniziativa 60 , a Trieste invece la polemica dell'Azione Socialista, giornale dei socialisti dissidenti, contro il partito aveva toni di eccezionale durezza e lo stesso attacco sfei:rato all'idea del convegno era pieno di livore _antiaustriacoe di stizza per le « illusioni » dei soci~listi italiani 61 : « Noi vogliamo dire francamente la nostra opinione, perché ben piu profondi conoscitori dell'ambiente austriaco di quello 'Chelo siano i socialisti italiani, che s'illudono che il socialismo austriaco riesca a scuotere l'opinione pubblica nell'Impero Austro-Ungarico [ ...]. È inutile che Bissolati ed altri dicano un gran bene dell'Austria e vedano addirittura l' « Austria Nuova » del signor Amilcare Sterchi. C'è opinione pubblica in Austria? Nelle maggiori città, noi rispondiamo. Trentino, Salisburghese, Tirolo, Friuli, Carniola, Croazia, Austria Superiore e Inferiore, Galizia, Bucovina, tutta una massa informe, contadinesca, insensibile ad ogni azione di ribellione, se non provenga dalle sollecitazioni dei preti». E il fatto che i 1 socialisti austriaci, come aveva rivelato Morgari, si fossero rifiutati di accettare al convegno esponenti di altri partfri, era indicato come prova della loro malafede, dato che « col pretesto dell'intransigenza 38 60 Cfr. in particolare L'Avvenire del Lavoratore, 23, 29 marzo 1911. 61 Azione Socialista, 16 febbraio 1911. BibliotecaGino Bianco

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