Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

lia, per non offrire agli avversari il pretesto di accusare i socialis.ti italiani di fare dell'austriacantismo all'estero. Occorreva insistere invece per una sede in Italia, dando al convegno la massima pubblicità e facendolo precedere da un accordo preventivo in un incontro - anch'esso largamente pubblicizzato - di alcuni socialisti italiani con Adler, Pittoni e Piscel. Si doveva essere inflessibili - diceva - soprattutto sulla garanzia della reciprocità degli impegni su questi punti essenziali: 1) opposizione alle spese militari e alla politica di espansione balcanica, col ricorso all'ostruzionis~o parlamentare e allo :sciopero; 2) lotta contro l'intransigenza deHe forze nazionaliste di fronte al problema dei rapporti italo-slavi nella Venezia Giulia; 3) appoggio alle rivendicazioni autonomistiche del Trentino e alla richiesta dell'Università italiana a Trieste. Dopo aver raccom_andato a Turati di far conoscere il suo punto di vista anche a Bissolati, Salvemini avvertiva di non aver fretta di giungere al convegno: « Se deve essere una semplice buffonata umanitaria si può fare presto, ma è meglio non farlo mai». Comunque, del convegno preparatorio di Rovereto non risulta traccia, ed è probabile non vi si sia mai arrivati. Ma il fatto è che tutta la difficile operazione procedeva a rilento, tra mille difficoltà, nonostante l'influente favore di Bissolati che, dopo l'impennata antipittoniana dei giorni seguenti al colpo di mano austriaco nei Balcani, dopo il noto contrasto con Turati per il voto sui crediti militari, mostrava di tornare, benché piu cautamente, al motivo dell'amicizia italo-austriaca e ad un fermo antirredentismo 47 • Le cose parvero rianimarsi nell'ottobre 191O e vi contribui anche l'eco suscitata dalla prova di buona volontà dei socialisti austriaci nello sforzo di distendere i rapporti con l'Italia. Il deputato socialista Seitz, infatti, il 28 ottobre aveva pr,esentato alla Commissione per la Marina, per l'Esercito e per gli Affari Esteri delle Delegazioni austriache una mozione per sollecitare il governo a trattare con l'Italia la sospensione degli armamenti. La richiesta fu respinta, ma Seitz ottenne almeno che Schwegel, relatore nella Commissione per gli Affari Esteri, pur considerando impossibile limitare gli armamenti fuori da un generale accordo internazionale, dichiarasse che il governo austriaco su quella base era pronto a qualsiasi trattativa. Un vasto movimento di opinione pubblica era ,in quegli stessi giorni suscitato a favore di un avvicinamento all'Italia dalla stampa socialista; ma anche dai circoli scientifici e industriali pervenivano alle Delegazioni lettere di pressione in tal senso 48 • Bissolati vide in· quegli avvenimenti un fatto nuovo che rinverdiva le speranze ,in un consolidamento della pace. Si spiega cosi l'intenso Iavoro giornalistico da lui svolto in quel periodo per ripetere la sua fiducia in una 4 1 V. ad esempio già il suo articolo sull'Avanti!, 27 novembre 1908. 48 Su questo cfr., oltre a L. Bissolati, op. cit., pp. 210-213, anche Critica Sociale, 1 dicembre 1910. 32 BibliotecaGino Bianco

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