Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

sfasciare l'attuale stato di cose in Austria, sostituendogli le autonomie nazionali », benché aggiungesse che questo doveva essere ·« non il risultato di un nuovo fratricidio guerresco fra i popoli d'Italia e d'Austria, ma [ ... ] il coronamento finale degli sforzi concordemente svolti in s,enso democratico dai vari popoli dell'Austria nella direttiva dell'abbattim-ento dell'attuale potere clerico-feudale ». Ma era come imboccare di nuovo un vicolo cieco, dal momento che dietro quelle parole non c'era alcuna fiducia nella forza della socialdemocrazia austriaca. Ancor piu evidenti gli effetti negativi dell'esperienza triestina su Bissolati, le cui simpatie per quel che egli definf « socialismo irredentista», in quanto teso alla rottura del centralismo austriaco e all'ordinamento autonomo dei popoli dell'Austria, non gli impedirono di riconoscere il do- . vere e il diritto della difesa nazionale per trattare eventualmente anche da una posizione di forza. Oltre la crisi balcanica. Prospettive di un nuovo convegno Una volta scelta questa strada, c'era da chiedersi quale destino attendesse in Italia la causa antimilitarista. Però ancora una volta l'interesse di Bissolati per la politica estera, quella sua competenza che era - è stato osservato - « rara e quasi unica» in campo socialista 36 , rendendolo sensibile ad ogni nuova possibilità che si aprisse nel quadro internazionale, lo tratteneva dal chiudersi in definitive rinunce. Già nel 1906, il miglioramento dei rapporti italo-austriaci confortato dalla caduta di Goluchowsky sostenitore della politica di espansione balcanica, il successo ormai imminente della vigorosa battaglia democratica per il suffragio universale in Austria, rianimarono in lui l'antica vena filotriplicista, quel suo leitmotiv . di un avvicinamento tra l'Austria e l'Italia fuori della mediazione tedesca, ed egli tornò disponibile per nuove iniziative verso i socialisti austriaci. Il suo discorso alla Camera del 15 dicembre di quell'anno è già rivelatore in tal senso; poi venne quell'articolo sulla Critica Sociale dèl 16 gennaio 1907, in cui rispondendo a certe accuse mossegli da Tullio Lucciarini, illustrava il significato originale del suo filotriplicismo, non confondibile con quello della vecchia diplomazia moderata. La polemica con Treves sul Tempo gli forru nuova occasione per definire ancor meglio il suo pensiero 37 • Contro Treves che pretendeva dall'Austria l'abbandono della politica « filopapale » come rigido presupposto di ogni possibile accordo e attaccava come troppo arrendevole su questo punto l'azione diplomatica di Tittoni, · Bissolati rilevava l'inopportunità di una simile pretesa. L'accordo italo- - 36 Cfr. F. Manzotti, Il socialismo riformista in Italia, Firenze, Le Monnier, 1965, p. 14. 37 Cfr. la lettera di Bissolati a Treves pubblicata sul Tempo 29 luglio 1907 e anche in La politica estera dell'Italia da.l 1897 al 1920, op. cit., p. 144-148. 26 BibliotecaGino Bianco

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