Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

libertà di azione, nel senso che in caso di conflitto si riservavano - c.:ome riferf piu tardi Bissolati - « di far valere il loro diritto, o meglio di adempiere al loro dovere di difendere l'indipendenza nazionale» 33 • Con questo, il convegno non solo falliva il suo obiettivo piu importante, ma, per la delusione provocata in quanti - come Bissolati - si erano cosi a lungo battuti per l'idea pacifista, divenne un'esperienza, tutto sommato, addirittura negativa. Per come andarono le cose, la risoluzione finale si riduss•e a generici riconoscimenti, per ampie perifrasi che nascondevano il disimpegno persino di fronte a problemi di fondo, come quello di un'aperta sconfessione dell'irredentismo annessionista 34 • La stampa borghese triestina fu la prima a stigmatizzare, con frasi pungenti, la genericità di quel documento. L'Indipendente del 23 maggio commentava: « Questa dichiarazione è davvero cosa meschina assai per giustificare il convegno al quale si voleva dare carattere quasi mondiale ed è anzi tanto meschina che non vale la pena di analizzarla e lascia, ciò che tutti prevedevano, il tempo che trovò [ ...] . In complesso diremo anche noi: accademia e null'altro. Il fatto passa senza lasciare alcuna traccia, questo è quanto». Il giorno prima infatti anche il Piccolo aveva definito il convegno « una mera accademia», e tornando sull'argomento nel numero del 24 maggio ironizzava sul fatto che « tutte le questioni toccate furono per cosi dire spiritualizzate in una forma cosi vaga, cosi generica, cosi evanescente dal punto di vista della politica pratica, da meritarsi, piu che il titolo di forma, quello di formalità ». dato da Valiani negli archivi viennesi e da lui citato nel saggio bibliografico Le origini della guerra nel 1914 e dell'intervento- italiano nelle ricerche e nelle pubblicazioni dell'ultimo ventennio, in Rivista Storica Italiana, 1966, f. III, p. 598, nota 38. 3 3 Cfr. Il Tempo, 23 ottobre 1906. 34 Il testo della risoluzione finale è il seguente:, « Il convegno, approvando la relazione del compagno Pittoni, dichiara: essere compito del proletariato d'Italia e Austria-Ungheria continuare a combattere senza tregua, come finora fu fatto, le richieste e le espansioni militari. E poiché la democrazia socialista dell'Austria, conformemente al programma di Brilnn, considera l'autonomia nazionale come il presupposto della libertà di sviluppo di ciascun popolo, riconosce giuste le aspirazioni del Trentino all'autonomia. Cosi pure appoggerà le legittime necessarie richieste degli italiani - come quelle delle altre nazionalità - riguardo alla cultura nazionale. Ciò come finora si fece e come specialmente ebbe a dichiarare in nome del partito il deputato Ellenbogen nelle discussioni parlamentari sull'università italiana. Il partito socialista di entrambi gli Stati considera inoltre come proprio dovere opporsi con ogni energia cosi nel Parlamento come nella stampa al tentativo di adoprare gli interessi nazionali per provocazioni militariste o per la politica dell'espansionismo bellicoso e opporre a questo tentativo, senza lasciarsi traviare dalle insidie dello sciovinismo, l'unica e vera politica del proletariato che consiste nel favorire lo sviluppo economico, politico e intellettuale di tutte le nazionalità. Esorta il proletariato di qua e di là del confine a continuare con fermezza sul terreno della lotta di classe, il proprio lavoro di organizzazione che lo unisce al proletariato di tutti gli altri paesi. Agli intrighi diplomatici, alle ambizioni dinastiche dei due stati, la democrazia socialista oppone la solidarietà del proletariato d'Italia con quello di tutti i popoli che vivono nell'Austria-Ungheria». Il documento portava le firme di Adler, Kristan, Pittoni, Piscel, Lazzarini, Oliva, Nemee, Ellenbogen, Pernerstorfer, per la direzione del partito e il gruppo parlamentare socialista dell'Austria; Lerda, Morgari, Ferri, Bissolati, Rigola, Rondani, per l'Italia; Bokanji, Buchinger, Goldner, per l'Ungheria. 24 BibliotecaGino Bianco

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