Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

internazionale segreto che doveva seguire nel pomeriggio, e si limitarono ad emettere all'unanimità una semplice dichiarazione che, come testimonianza data dai socialisti italiani dell'Austria al costante e valido appoggio ricevuto dal partito e dal gruppo parlamentare socialista austriaco, volle essere espressione dello spirito internazionalista che animava il convegno 31 • Nel pomeriggio i rappresentanti delle due direzioni di partito si incontrarono in « riunione segreta ». Sulla base della relazione di Pittoni, si fece un piu largo esame della situazione internazionale e dei problemi pendenti tra i due paesi, affrontando non solo la questione nazionale e dell'irredentismo, ma anche quella macedone-albanese, in un dialogo reso piu schietto dal carattere riservato della seduta.· Quanto alle aspirazioni nazionali degli italiani dell'Austria, i delegati italiani accettarono i te~mini del programma di Briinn, oltre il quale del resto-· come si diceva - i socialisti austriaci non potevano spingersi. Sull'irredentismo, pur condannato in linea di principio come motivo di inasprimento dei rapporti tra i popoli, si finf però, secondo quanto era apparso opportuno nel convegno precedente, cql decidere di non pronunciarsi, con- . siderando che« non [era] il caso di ipotecar.e il futuro»; i delegati italiani tuttavia si dichiararono pronti a contrastare in Italia la propaganda e il movimento annessionista. Passando al problema albanese, le due parti respinsero sia l'ipotesi di una spartizion_eterritoriale, che avrebbe rotto il delicato equilibrio balcanico, sia quella di un condominio italo-austriaco, che, oltre ad esser gravido di insidiosi conflitti di competenza, era pur sempre una lesione dei diritti nazionali: .fu riconosciuto che il solo modo dj risolvere radicalmente il problema era il rispetto di tutte le potenze ·per l'indipendenza dell'Albania, inserita nel riassetto dei popoli balcanici in. federazione di stati autonomi. ·Ma quando si vollero definire i mezzi di lotta contro la guerra, allora si manifestarono anche lf i limiti pratici del convegno. Messa sul tappeto la questione d~llo sciopero generale, mentre i delegati italiani poterono impegnarsi a nome del partito di ricorrere anche a quel mezzo estremo (ma non so con quanta convinzione da parte di Bissolati, che sull'Azione Socialista del 14 maggio precedente aveva polemizzato col « mito » dello sciopero generale), si vide che da parte austriaca non era possi~ile dare reciproca garanzia: « si potrebbe al massimo - fu detto - cominciare una ·piccola agitazione, ma nul~a piu » 32 • Il che restituiva ai socialisti italiani piena 3 1 Il testo della dichiarazione è questo: « I socialisti italiani delle regioni adriatiche e del Trentino dichiarano di aver trovato sempre nel gruppo parlamentare socialista di Vienna e soltanto in questo la piu valida difesa dei diritti della nazionalità italiana e delle libertà contro le sqpraffazioni del governo, contro le camorre austriacanti e contro i soprusi della polizia; i socialisti italiani in Austria devono ai compagni deputati delle altre nazioni e .specialmente al compagno Ellenbogen se alle autorità austriache si è riusciti ad imporre un certo rispetto della libertà di stampa, di parola, di riunione e di associazione; i lavoratori italiani dell'Austria devono all'appoggio dei compagni delle altre nazioni buona parte del loro lavoro di organizzazione politica ed economica e di difesa proletaria». 32 Cfr. il rapporto di polizia del 23 maggio 1905 sulle discussioni segrete del convegno, rin trac23 .Bibl' · ca Gino Bianco

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