Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

Ma ormai le polemiche sulla « settimana rossa» si intrecciavano con i primi commenti al grande, imprevisto e sconvolgente fatto nuo- . vo: la guerra europea. Definire la relazione tra l'esperi.enza delle giornate di giugno e la scelta interventistica del Mussolini non è facile. La speranza e la intuizione di ·una bufera distruggitrice erano presenti già nel Mus·solini del 1911: il mussolinismo era nato, in effetti, con la guerra di Libia. Il collegamento tra l'attesa della violenza e l'accettazione del conflitto internazionale ha però delle manifestazioni intermedie. L'analisi dei riformisti parve trionfante dopo la defezione, del Mussolini: ma essa mistificava violenza rivoluzionaria e guerra imperialistica in un modo che non aiuta la conoscenza storica del mussolinismo dei giovani rivoluzionari, in gran parte rimasti nel PSI. Restano però i legami del Mussolini con le correnti idealistiche borghesi, i suoi cenni alla intercambiabilità di rivoluzione politica e rivoluzione sociale (Utopia, 15-31 luglio, art. cit.), e specialmente la percezione, che egli dovette aver sempre piu netta dal giugno 1913 in poi, della essenza antirivoluzionaria di tutto il PSI e delle organizzazioni fiancheggiatrici che lo tenevano sotto rigoroso controllo. Dati questi presupposti, l'esperienza della « settimana rossa » - con le riserve, da - parte di una Direzione sempre piu recuperata all'unità con i riformisti rimasti nel partito, su una linea di condotta che in sostanza non aveva violato l'indirizzo generale della corrente rivoluzionaria, e con il senso d'un isòlamento che segnava la fine delle sue possibilità di leader nel PSI -- dovette essere determinante per il Mussolini. Nel fondo torbido della sua ideologia politica era sempre rimasta una alternativa puramente attivistica: compressa e sacrificata nell'ultimo anno, dopo gli scatti di Roccagarga e del primo sciopero generale milanese, nei limiti impostigli dalle regole disciplinari del partito, essa trovò alfi.nela sua esaltazione nel mito della « guerra rivoluzionaria ». Un'altra considerazione è da fare sull'esperienza del"giugno 1914. Al di là dei contrasti nella dirigenza socialista, sia la « settimana rossa » che i risultati elettorali erano stati i sintomi, diversi ma concomitanit, di una pressione popolare che aveva intensità e caratteri nuovi rispetto a tutti 'i precedenti momenti di acutizzazione della lotta di classe,. soprattutto per i riscontri internazionali e per il suo manifestarsi in un quadro economico-sociale e politico ampiamente sprovincializzato. Lo sviluppo industriale del periodo giolittiano aveva dato insomma alla borghesia capitalistica e alla classe operaia una fisionomia e soprattutto una prospettiva che erano già europee. La insiV BibliotecaGino Bianco

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