Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

. rilievo l'appello al programma di Briinn, come « programma minimo"» per la soluzione dei conflitti nazionali. Di quel programma Fittoni fece una energica difesa, anche contro il giudizio di Labriola che l'aveva definito « un cumulo di combinazioni artificiali con carattere di provvisorie agitazioni piu o meno elettorali »: per lui invece con quel programma i socialisti intendevano dare « un piccolo esempio in Austria di quel che potrà essere domani una federazione piu grande di nazioni, una federazione europea mondiale » e per questo fine dichiarava un dovere il solidarizzare coi compagni di tutta la monarchia: Altrettanto radicalizzato appare l'altro motivo centrale, la condanna dell'irredentismo. Accentuando quella mentalità economicista che era alla base del suo socialismo, Fittoni risaltava, sul legame che culturalmente stringeva le regioni adriatiche all'Italia, quello che economicamente le vincolava all'Austria. Giustissimo difendere il patrimonio culturale nazionale, ma aggiungeva: .• « Nessuno può dimostrare che sia assolutamente necessaria l'unione politica per la difesa della propria cultura e gli esempi che abbiamo portato in proposito di italfani che vivono in Svizzera ed altrove nessuno ha potuto finora razionalmente confutarli. La solidarietà nazionale può esistere anche senza l'unione politica » 29 • Quanto all'obiezione che, recedendo dalla rigida chiusura antirredentistica, il partito avrebbe potuto acquistare nuove forze, Fittoni disse francamente: « Riusciremo semplicemente a questo: ad avere dopo qualche tempo nel nostro partito un gran numero di socialisti nazionalisti o meglio di nazionalisti socialisteggianti [ ...] ; mezzi-socialisti, mezze-coscienze, venute apparentemente ad aiutare il nostro lavoro, in realtà a distruggere il nostro partito». Venendo ai mezzi per salvaguardare la pace, Fittoni riferf il consiglio di Labriola di arrivare a decidere lo sciopero generale in caso di guerra. Ma consapevole dell'orientamento predominante dei delegati, e soprattutto dei limiti di manovra dei socialisti austriaci che su quel punto si erano già pronunciati negativamente nel congresso di Salisburgo, egli nòn ritenne di soste11erequella tesi, affermando anzi che non era possibile stabilire da allora i mezzi con cui, nelle circostanze eccezionali che crea il pericolo di guerra, i socialisti avrebbero dovuto difèndere le sorti della pace. Il che però lascia perplessi, dal momento che in questo modo, e almeno sotto il profilo dei suoi scopi ·pacifisti, il convegno rischiava di ·svuotarsi di ogni pratica utilità. In realtà, Fittoni, e con lui i :socialisti austriaci, dimostravano di essere interessati al problema del riassetto delle nazionalità dell'impero, battendosi per il trionfo della via democratico-federativa su 29 In questo riferirsi all'esempio svizzero, Pittoni riprendeva un argomento caro a Cabrini, che lo aveva svolto con insistenza, pochi anni prima, proprio a Trieste, in occasione del III congresso della sezione socialista adriatica, del 5 gennaio 1902. 19 BibliotecaGino Bianco

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