Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

ottengano con mezzi pacifici, civili, il che però non ammette che l'offeso non debba rispondere con le armi dell'offensore ». Sono parole seritte piu che nella fiducia di un discorso pacifico, sotto il timore di un'aggressione austriaca all'Italia, eventualità che, a chi assisteva a certe misure n1ilitari austriache di quei giorni, sembrava imminente. Comunque, da queste prospettive era certo difficile dare un senso al convegno, specie considerando - e qui l'obiezione di Battisti era calzantissima - « l'ignoranza dei retroscena diplomatici, degli accordi dinastici su cui è basata tutta la politica estera ». Ancor piu eGplicita è la sfiducia di Battisti nel successivo articolo del 18 aprile che rappresenta, come ho rilevato in altra sede 19 , una svolta .. importante del suo giudizio politico. Battisti qui si mostra convinto che: « i socialisti austriaci non potranno fare molto - sul terreno dell'azione e non delle sterili promesse - in difesa delle minoranze nazionali conculcate, perché ciò, in paesi arretrati come l'Austria, li svierebbe da quel lavoro di educazione politica elementare, che si impòne pel primo. D'altronde, quel giorno che potranno fare molto (e noi ce lo auguriamo ben di cuore quel giorno) si accorgerebbero che per risolvere il problema delle nazionalità in Austria, bisogna distruggere l'Austria attuale ». Ora, è risaputo che la « distruzione dell'Austria attuale » rientrava nel programma stesso della socialdemocrazia austriaca, ma nel senso della sua defeudalizzazione e del suo riassetto in organismo democratico-federativo. Ma quando Battisti subito dopo dichiara di dubitare che il programma di Briinn fosse realizzabile, è evidente che il suo « Delenda Austria» implicava una via diversa che non poteva p1u essere pregiudizialmente pacifica; ed è anche evidente che in questi termini un dialogo con i socialdemocratici austriaci non era piu pensabile, rappresentando per essi quel programma il limite ultimo cui potevano spingersi sul terreno delle concessioni alle nazionalità nell'impero, senza gravarsi della responsabilità politica e storica della sua dissoluzione. Pochi giorni mancavano alla data prevista per il convegno, quando per la crisi aperta in Italia dallo sciopero generale d~i ferrovieri, con tutte le sue conseguenze politiche, e l'impossibilità dei delegati italiani a raggiungere Trieste, anche per gli impegni sindacali e parlamentari del momento, si dovette decidere un altro rinvio fino al 21 e 22 maggio. Pittoni aveva già preparata la relazione al convegno e, una volta de_- ciso il rinvio, ne curò la stampa in opuscolo diffondendolo a scopo' di propaganda del punto di vista dei socialisti adriatici sui temi in discussione 20 : un documento importante su cui conviene soffermarsi anche per meglio misurare il divario dall!atteggiamento assunto dai capi de] partito trentino. 19 Rinvio, su questo, al mio saggio su I socialisti trentini di fronte al problema nazionale, in Studi Storici, 1966, n. 2. 20 Socialismo, Nazionalismo, Irredentismo nelle provincie adriatiche orientali. Relazione al convegno di Trieste dei socialisti italiani, 23 aprile 1905. Trieste .. Editore V. Fittoni, s.d., ma 1905. 14 BibliotecaGi·noBianco

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