Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

( ' Ma Piva aveva equivocato: neppure i socialisti triestini avevano accettato l'ordine del giorno di Firenze, come chiari Fittoni con una lettera di smentita al giornale di Pola 8 • In realtà, la C.E. del partito socialista triestino in risposta alle decisioni di Firenze aveva approvato all'unanimità il testo di un comunicato alla direzione del PSI, in cui si riconfermavano gli intenti originari del convegno, se ne precisavano i temi (impegno internazionale per la pace; rapporti tra socialisti italiani e socialisti italiani dell'Austria) e si fissava la sede di Trieste, come quella piu facilmente raggiungibile dai delegati dei due paesi. Va rilevato che anche i dirigenti sindacalisti trentini si uniformarono ai compagni del Litorale e fu un motivo di piu offerto alla polemica chè in quel periodo, come si è detto, essi conducevano contro i criteri della direzione politica del partito. Il commento apparso sull'organo delle società operaie trentine, Il Lavoro, è molto vicino a quello del Proletario, anche se piu tagliente quando considerava che nel convegno, se tenuto come deciso a Firenze, i socialisti italiani dell'Austria sarebbero stati rappresentati « da • cinque egregie persone racimolate qua e là nella monarchia, ma che delle nostre circostanze non hanno né possono avere nessun criterio giusto e imparziale », per concludere sarcasticamente: « Cinque intellettuali da una parte e altri cinque dall'altra, e voi pecore proletarie ubbidite! » 9 • Ma intanto, già il 21 ottobre, rispondendo alla lettera dei compagni di Trieste, la direzione del PSI avverti che, a causa dell'imminente campagna elettorale, il convegno doveva essere rimandato, assicurando però che, a su~ tempo, si sarebbe tenuto H debito conto delle proposte avanzate 10 • ( Del resto Salvemini ebbe modo di manifestare le sue perplessità sugli sviluppi di quei primi faticosi approcci, cui pure aveva in qualche modo partecipato, coerente col suo antirredentismo di quegli anni, scrivendone ad Ernesta Battisti Bittanti il 7 dicembre 1904: « Il convegno che s'era deliberato fra socialisti italiani e austriaci avrebbe dovuto servire a illuminare l'opinione pubblica italiana sul vero stato delle cose. Dissi. ai compagni di Trieste: dovreste voi e quelli di Trento preparare una relazione documentata sulle cause delle lotte, sull'atteggiamento dei diversi partiti italiani di fronte alla questione nazionale, sulla viltà degli irredentisti vieux jeu ecc. ecc. Ci penseremo noi a dare la massima pubblicità alle relazioni. Ma non se ne farà nulla » 11. 8 La lettera di Fittoni, in data 21 ottobre, fu pubblicata nel Lavoratore, 29 ottobre 1904. 9 Il Lavoro, 3 novembre 1904. 10 Cfr. la citata lettera di Fittoni sul Lavoratore, 29 ottobre 1904. 11 G. S~lvemini, Carteggi. Val. I, 1895-1911, a c. di E. Gencarelli, Milano, Feltrinelli, 1968, pp. 313-314. In questa stessa lettera Salvemini mostrava. di aver molto bene individuato il processo di degenerazione politica dell'irredentismo in Italia, quando, riferendosi alle ripercussioni degli incidenti di Innsbruck, scriveva: « I fatti di Innsbruck sono in Italia sfruttati dai partiti conservatori in maniera vergognosa: tutti i giornali che fino a poco tempo addietro erano amici sviscerati del1' Austria e gridavano raca agli irredentisti, ora sono irredentisti furiosi. La Massoneria soffia sul fuoco. La « Dante Alighieri », figlia della Massoneria, tiene il sacco. E tutti i salmi finiscono nella gloria militarista. Quello che prevedevo quattro anni fa, si è avverato. L'irredentismo ha rovinato per dieci anni il movimento democratico italiano e ha rafforzato il milHarismo che boccheggiava». 9 Bit ·· ·ecaGino Bianco

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