Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

tere esaltante presso gli ambienti studenteschi; e spiega anche come il suo rinvigorimento - che ne faceva uno dei motivi della crescente tensione con l'Austria - risalisse in realtà al 1903, quando la questione dell'università italiana in Austria, aggravatasi fino a sfociare nei tumulti di Innsbruck del novembre, forni l'esca in tutta Italia, persino nelle città piu meridionali, ad imponenti manifestazioni studentesche irredentiste, che si ripeterono nel novembre 1904 alla notizia di nuovi e piu cruenti· scontri tra studenti italiani e austriaci nel capoluogo tirolese 2 • A rendere piu infuocato il clima di risentimento contro l'Austria si aggiungeva, in quello stesso periodo, un progressivo peggioramento della questione balcanica, ritornata d'attualità di fronte alle mene austriache nello scacchiere macedone-albanese. L'accordo austro-russo di Muersteg del 2 ottobre 1903, tendente ad un controllo a due sugli affari balcanici, tagliando fuori l'Italia, non poteva non suscitare apprensione e dare un altro spunto alla propaganda antiaustriaca. Negli ultimi mesi del 1904 la situazione parve cosi compromessa che il 15 ottobre (come rivelò nel 1909 l'ambasciator~ russo Isolvsky a Tittoni in occasione dell'incontro di Racconigi) l'Austria si decise ad un trattato segreto di neutralità con la Russia, per premunirsi in caso di una guerra con l'Italia « che si riteneva imminente »: un passo cui l'Austria accedette, evidentemente impressionata dal fermento irredentista in Italia e dalle voci di arruolamenti clandestini promossi da Ricciotti Garibaldi, assai piu che dalla buona volontà filotriplicista di Tittoni, che pure in aprile, nell'incontro di Abbazia con Goluchowsky, aveva affrontato con spirito conciliativo lo spinoso problema albanese. Su queste ragioni, in un'atmosfera di reciproca diffidenza, già nel corso del 1904 i rapporti tra Italia e Austria minacciavano di logorarsi; e fu allora, nel timore di un conflitto a breve scadenza, che si fece strada l'iniziativa socialista per un convegno dove i rappresentanti del proletariato dei due paesi avrebbero cercato, con una clamorosa condanna del nazionalismo e del militarismo, le vie della distensione, senza gli impacci e le tortuosità della diplomazia ufficiale. Prendeva corpo cosi un'idea assai cara a Bissolati, l'uomo che dall'inizio del secolo, con Turati, tracciava la linea maestra del socialriformismo italiano. Bissolati; una volta individuato nel1' ambizione egemonica della Germania e nel ruolo condizionante della sua diplomazia un pericolo per il sistema delle alleanze e per la stessa pace in Europa, accentuò singolarmente l'interesse per gli sviluppi della politica estera. Di qui traeva forza e motivo la sua stessa ostilità all'irredentismo annessionista, non tanto perché ne avesse afferrato la predominante componente borghese e conservatrice, quanto per agevolare la solidarietà 2 L'ampiezza dell'agitazione irredentista e dei moti di piazza in quella circostanza contribui a sollecitare il governo italiano a seguire attentamente gli sviluppi della questione universitaria, a cominciare dal 1903, come testimonia l'in·tenso scambio di corrispondenza e di dispacci dell'incaricato d'affari a Vienna; marchese Carlotti, e poi dell'ambasciatore Avarna, nonché dello stesso console italiano a Innsbruck, con il Ministro degli Esteri, documenti conservati in tre voluminosi fascicoli nell'Archivio Centrale dello Stato, Serie P, pacco 540. 2 BibliotecaGino Bianco

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