Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

nione del Gruppo per non rifare la scena del Convegno del maggio a Bologna ( e tu non dicesti niente perché non capivi la situazione) in certo larvato giolittismo di molti • • [ ] 235 ma mai m10 ... » . Intanto le masse superavano la Direzione nella marcia rivoluzionaria. Il 17 Torino proclama lo sciopero generale; la città arresta sin dall'alba il suo ritmo normale di vita 236 • Al pomeriggio gli operai saccheggiano un armaiolo e si impossessano delle armi; intanto il prefetto Verdinois ammoniva il Ministero degli Interni che il persistere dei tumulti « significherebbe far partire a Torino la scintilla infiammatrice di una guerra civile ». « È da questo violentissimo sciopero - commenta Spriano - dal suo carattere spontaneo, che il proletariato torinese apre gli occhi del movimento operaio italiano come un'avanguardia eccezionalmente sensibile e decisa, sul piano politico » 237 • Pertanto anche se nessuna testimonianza o nessun documento provano che nel moto del 17-18 maggio esistesse la determinazione precisa di impedire l'intervento dell'Italia in guerra, « è certo che il carattere politico, e la stessa violenza d'urto, delle giornate di maggio, denotano una posizione che, quantunque non espressa, è assai piu radicale della linea adottata dal partito italiano » 238 • Intanto, subito dopo il Convegno di Bologna, Bordiga confessava la propria sorpresa e il dolore nel venire a conoscenza della deliberazione approvata: « I dirigenti del Partito hanno suonato la ritirata, mentre ci preparavano con un estremo sforzo a piantarci saldamente sulle posizioni ambite ... Nei rispetti dell'azione abbiamo fatto un buon passo indietro e... per certo la maggioranza dei convenuti di Bologna non ha capito il momento grave che si attraversa e non ha sentito la voce del paese ... La proclamazione dello sciopero generale nazionale era il solo epilogo degno dell'atteggiamento del partito ... Noi abbiamo perduta un'occasione magnifica: ...allorquando cominciarono a circolare i precetti di richiamo, evidenti indici di mobilitazione, tutti coloro che della guerra sono avversari decisi, mobilizzati dal partito socialista, dovevano pronunziare in una forma quanto mai solenne e preoccupante per chi sta in alto il grido: DI QUI NON SI PASSA! » 239 • E, dopo aver nuovamente accusato il partito di « atteggiamento inconcludente », Bordiga insisteva « ... non si chiamò il proletariato perché disperdesse quei quattro mocciosi che gridavano come forsennati perché trovavano le piazze e le vie libere: i nostri dirigenti attendevano l'alba del 16 maggio con la stessa sicurezza con cui il suicida aspetta intrepido il treno che lo deve frantumare ... ». Intanto l'Avanti!, sballottato tra il .de235 Lettera di A. Vella a Serrati in Archivio Serrati, cit., fase. VI/32-32 bis. 236 Sullo sciopero del 17 e 18 maggio a Torino, cfr. P. Spriano, Torino operaia ecc. cit. p. 103-110. ' ' 231 Ibidem, p. 109. 238 Ibidem, p. 110. 239 A. Bordiga, Al grido di evviva la patria not risponderemo col grido di abbasso la guerra in Lotta di classe, 22 maggio 1915. ' 152 BibliotecaGino Bianco

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