Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

alle dimostrazioni degli interventisti le nostre, ai loro bastoni i nostri, alle loro armi le nostre armi! Anche non vincendo dovevamo fare il nostro dovere fino all'ultimo. Sarebbe stata la disperata difesa dell'idealità. Invece nulla! Le reazioni furono disarmate, gli uomini nostri piu rappresentativi si opponevano, quando c'erano dei comizi in piazza si ritiravano, quando si faceva alle bastonate, e si cacciavano gli interventisti dalle piazze si diceva ch'erano teppisti, e quando centinaia ·e centinaia di nostri compagni venivano arrestati nessuna voce si è alzata. Si è creato cosi quell'ambiente favorevole per la guerra, per cui quando si propose lo· sciopero dovemmo dire: è impossibile oramai ogni avvenimento; perché la sconfitta nostra era già avvenuta da un pezzo». Ma quegli stessi errori denunciati da Repossi, furono, a suo tempo, indicati nella loro nocività; già allora, intendo, s'era superata nei fatti, da parte dei gruppi piu decisi, la politica direzionale, anzi si cercò addirittura - come confermerà Repossi di collegare tra loro i grandi scioperi di Milano e Torino. « Voi ricorderete - dirà infatti l'esponente milanese - che noi di Milano, per una condizione assoluta di cose, dovevamo nel maggio 1915 proclamare lo sciopero generale ed allora Torino, in quei giorni stessi, forse pensando che la vaga intesa corsa tra Milano e Torino di prendere la mano alla Direzione fosse da mettersi agli atti, proclamava lo sciopero generale. E voi ricorderete - aggiungeva Repossi - che lo sciopero di Torino avvenne mentre eravamo ancora riuniti a Bologna» 233 • Lo stesso Serrati che è stato spesso indicato come l'unico rappresentante del Partito che con MafE., a Bologna, s'oppose alla formula lazzariana del « né aderire né sabotare », non seppe - in verità - dire nulla di nuovo. Infatti, da un telegramma di Luigi Salvatori, rappresentante al Convegno di Bologna per la Sezione di Viareggio, si deduce che anche H si fece un ultimo tentativo, avanzando l'idea -dello sciopèro generale. Il telegramma è riportato in una nota dello studio di Vigezzi sulle « radiose _ giornate del maggio '15 ». « Giornata bizantina ·e mortificante. Un mio ordine del giorno chiedente sciopero ha ottenuto mio solo voto. · . Salvatori » 234 • Dunque nemmeno Serrati si pronunciò a favore, né piu tardi mancheranno critiche e riferimenti a questo suo nuovo « mutismo ». Scriverà · Arturo Vella al direttore dell'Avanti! nel novembre 1915: [ ...] Ora sono piu intransigente che mai, tanto da non... esser andato alla riu233 Cfr. Discorso di L. Repossi, in Resoconto stenografico del XV Congresso del PSI (Roma, 1-5 settembre 1918), Milano, 1919, p. 243. 234 Cfr. B. Vigezzi, Le « radiose giornate» del maggio 1915 cit., in Nuova Rivista Storica, a. 1960, p. 84, n. 1. Il documento è conservato in A.C.S., Min. Interni, Direz. gen. P.S., Aff. gen. e ris., Conflagrazione Europea, b. 16, Bologna, fase. fascio interventista. 151 BibliotecaGino Bianco

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