Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

battaglia, ma ogni speranza di vittoria appare svanita. Una cupa amarezza invade gli articoli del giornale » 225 • Intanto il Partito continuava nelle sue manifestazioni d'impotenza. · In occasione del 1 ° Maggio il PSI lanciava un manifesto in cui già ammetteva che « lo sconvolgimento prodotto dalla terribile guerra [ ... ] toglierà alla nostra voce la ripercussione e l'imponenza di quella manifestazione universale che faceva del Primo Maggio l'avvenimento sperato· dagli oppressi e temuto dagli oppressori » 226 • Il Gruppo Parlamentare Socialista, intanto, mirava a tutt'altro che all'azione del proletariato; mirava alla costituzione d'un Governo Giolitti. E non solo lo scriveva Turati alla Kuliscioff ( « un ministero Giolitti significherebbe guerra improbabilissima. E, secondo le impressioni nostre di oggi, questa sarà la soluzione »), ma era lo stesso Avanti! a dichiararlo apertamente il 16, per bocca d'un articolo di fondo di Francesco Ciccotti: « Il Partito Socialista [ ... J non può essere né coi clericali, né coi giolittiani [ ... J. Ma se avviene che in questa lotta esso si incontri coi clericali e coi giolittiani, senza unire coi loro i propri sforzi, senza mutare alla propria irriducibile ostilità alla guerra la schietta fisionomia di classe, non può non essere lieto di questo incontro » 227 • · L'Avanti! usciva dalla sua « intransigenza aprioristica », ma le critiche non mancarono. « Fu quello il momento piu triste della nostra vita; e la politica della Direzione fu incerta ed ambigua» scriverà nel '19 Adelchi Baratono a Serrati. « L'ultimo comizio éontro la guerra lo tenni il 1 ° maggio 1915. Poi vidi che non c'era piu nulla da fare; e una sera che in sezione il Bartalini propose di spronare con un telegramma il nostro -gruppo parlamentare ad accostarsi coi giolittiani, me ne uscii disgustato » 228 • Il 13 maggio il Gruppo Parlamentare Socialista· si riuniva ed approvava un ordine del giorno che, con parole accorate, si concludeva denunciando quasi la sensazione che l'irreparabile era ormai avvenuto: « troppo concedeste all'infame minoranza violenta ed avara» 229 • Lo stesso giorno Lazzari, in una circolare, chiedeva: « Ai comizj si contrappongono i comizi, ~Ile dimostrazioni dimostrazioni! [ ... ] In una parola le sezioni non attendano in una musulmana remissività la risoluzione dell'aggrovigliata situazione ... ». Ma la critica all'attesismo e alla « remissività » giungeva ormai troppo tardi. Salandra aveva rassegnato le dimissioni e due _giorni dopo il re, rifiutandole, lo riconfermava nell'incarico, prevaricando la stessa maggioranza parlamentare. S'era compiuto un vero e proprio colpo di Stato. 225 G. Arfè, Storia dell'Avanti!, cit., p. 137. 226 Cfr. Manifesto ai lavoratori, in Avanti!, 1° maggio 1915. 227 Cfr. L. Valiani, op. cit., p. 80. 228 Cfr. la lettera di A. Baratono a Serrati in Archivio Serrati, presso l'Istituto Gramsci in Roma, fase. X/13-16 bis. 229 Cfr. Circolare Lazzari, in Avanti!, 15 maggio 1915. 149 BibliotecaGino Bianco

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