Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

inizia la sua guerra » ammoniva l'Avanti! 190 , anche se,. piu sotto, non esitava a definire « spontanei» quei moti, avvenuti - cioè - sotto lo sguardo compiacente, ma passivo, degli organismi direttivi. Lo stesso Serrati, che pur abbiamo notato soffermarsi piu sulla predicazione che non sull'attuazione della lotta, veniva in quei giorni addirittura considerato come il capo dei sovversivi dai suoi stessi compagni. Infatti, dopo gli avvenimenti di Reggio Emilia, << ad Anna Kuliscioff, che se ne lamentò con Turati, sembrava che la responsabilità prima delle violenze occorse fosse degli estremisti del PSI, che avevano trovato nel direttore dell'Avanti! Serrati, il loro nuovo portavoce» 191 • L'Avanti! dal canto suo, pur non eguagliando le condanne riformiste, rimaneva sostanzialmente inerte ·e, lontano dal recepire in quei fermenti un qualsiasi monito ad organizzare la rivolta, non faceva altro ~he dichiararsi « completamente a disposizione a favore di quei lavoratori » 192 • Il Ministero degli Interni, intanto, pareva sfruttare per l'occasione la sostanziale passività denunciata dal PSI e il 26 febbraio, dopo i luttuosi avvenimenti del giorno prima, emanava delle istruzioni ai Prefetti, con cui ingiungeva loro di vietare le riunioni pericolose per l'ordine pubblico. Di fronte a questa palese menomazione dei diritti statutari, a questa soppressione effettiva dalla libertà di riunione, un brividp di paura sembrò scuotere gli stessi rifor1nisti che, per la prima volta in Parlamento, avanzarono un linguaggio piu deciso. « La guerra la fanno le nazioni - dichiarò Turati alla Camera - e cioè la fanno o non la fanno, la vincono o la-perdono; i popoli, se mai dichiarano un'altra ,cosa: la rivoluzione e non ne dimandano permesso al Governo » 193 • La Confederazione Generale del Lavoro emetteva· il 2 marzo un bollettino in cui annunciava che le classi lavoratrici erano « disposte a tutto, pur di rton lasciarsi spogliare delle pubbliche garanzie ». Piu deciso e sferzante era ancora il direttore dell'Avanti! che con toni drammatici si chiedeva: « Dove si andrà di questo passo? Noi non lo sappiamo. Affermiamo ad ogni modo che queste misure sono del tutto arbitrarie e che ogni cittadino ha pieno diritto di viòlarle. L'autorità politica non può strappare l'atto costituzionale. L'arbitrio del questore o di Salandra non può sostituirsi alla legge. L'arbitrio ha solo ragione d'essere in quanto i cittadini lo tollerano. Altrimenti esso dovrebbe infrangersi contro la resistenza popolare. E coprirebbe di ridicolo coloro che - vecchi arnesi di questura - si attentassero di insistere ad applicarlo ... Noi in quest6 ridicolo dobbiamo affogare Salandra. Vi sono mille modi per farlo. Non diamoci dunque a sterili proteste verbali, inconcludenti. Organizziamo la resistenza » 194 • 190 [G.M. Serrati], nota redazionale in Avanti/, 25 febbraio 1915. 191 L. Valiani, op. cit., p. 76. 192 Cfr., ad esempio, il commento ai fatti di Napoli in Avanti!, 25 febbraio 1915. 193 Cfr. F. Turati, Discorsi parlamentari, Roma, 1950, vol. Il, p. 1.350. 194 [G.M. Serrati], Torna Pelloux, in Avanti!, 1° marzo 1915. BibliotecaGino Bianco 137

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==