Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

mantenuta la neutralità del Paese. La lotta s'arrestava nel momento stesso in cui veniva delegata ai parlamentari. Era inutile - e, stavolta, anche secondo la Direzione « intransigente » del Partito e dell'Avanti! - fare un passo piu oltre: « Nei pubblici comizi i lavoratori italiani già altre volte hanno saputo esprimere civilmente la loro volontà ... Noi - dichiarava l'organo di stampa socialista - non poniamo alle classi dirigenti alcun dilemma. Noi non gridiamo o neutralità o rivolta. Non abbiamo bisogno di levare la voce... La rivolta è nelle cose » 188 • Il 21, giornata nazionale di « lotta » per il proletariato socialista, l'Avanti! esce in prima pagina: .« Proletari d'Italia, in piedi per il pane contro la guerra» e nel commento redazionale: « La rivoluzione sociale sarà opera della lotta di clas-se», anche ·se, come ·sopra indicato, veniva negato qualsiasi metodo non parlamentare per portarla avanti. Quel giorno Serrati volle dedicarlo al suo paese e si recò ad Oneglia. Diverse migliaia di persone stipavano il piccolo teatro Comunale. Fu accolto, ancora una volta, da ovazioni frenetiche. Pronunciò un discorso « densissimo di concetti .pieni di fede .. Altissima dimostrazione, superba, impression~nte » 189 • Lo stesso giorno, si spostò a Porto Maurizio e, anche H, suscitò una imponentissima manifestazione provinciale antiguerresca. In verità, tutti i comizi riuscirono compatti e numerosi, anche se nelle città piu grandi sorsero scontri con interventisti (per la precisione in 26 località, fra cui Milano, Venezia, Napoli, Firenze, Mantova, Forlf, Ancona). A Torino, dopo il comizio tenuto da Ottavio Pastore e Mario Bonetto, la folla incamminatasi lungo Corso Siccardi per dimostrare contro la guerra, fu sciolta dall'intervento della forza pubblica. « Guardie e carabinieri distribuirono anche pugni e fecero degli arresti con i soliti sistemi brutali». (E intanto l'Avanti! raccomandava di protestare « civilmente »!.). In complesso, tuttavia, il PSI aveva tenuto con successo e approvazione popolare ben 270 comizi. Serrati, nell'editoriale del 24 - plaudiva alla « superba riuscita ... di domenica » e, sempre di piu, contribuiva a tenere desta quella atmosfera di eccitazione che nel paese tardava a sopirsi. Il 24 febbraio Napoli, prima fra le grandi città, dichiarava lo sciopero generale: 20 .000 lavoratori delle officine metallurgiche Miami e Silvestri iniziarono l'agitazione che, gradatamente, si diffuse a tutta la popolazione che non tardava a occupare il Municipio e a protestare per il pane e il lavoro. Il 25 · febbraio gli operai socialisti di Reggio Emilia tentarono di disturbare il comizio interventista di Cesare Battisti: la forza pubblica presa a sassate, secondo quanto affermò, fece fuoco. Due giovani operai rimasero uccisi e numerose persone ferite. Il giorno dopo la città era invasa da una folla enorme di lavoratori: tutte le fabbriche e i cantieri rimasero chiusi; sulle saracinesche abbassate dei negozi stava scritto « Lutto proletario ». « Il proletariato 136 188 Cfr. la nota redazionale in seconda pagina, in Avanti!, 20 febbraio 1915. 189 Cfr. resoconto in Avanti!, 24 febbraio 1915. BibliotecaGino Bianco

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