Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

sorio era per la classe proletaria fare fra di esse una scelta ed una preferenza » 81 • Si rendeva necessario, pertanto, spezzare quella catena di miti borghesi, 'infrangere quel giro vizioso di interessi capitalistici. Alla fine del1'anno, una indagine compiuta su 225 Comuni della ·sola provincia milanese, dimostrava come ben 35.000 lavoratori fossero nella impossibilità di guadagnarsi il pane, cui si aggiungevano altri 13.500 emigrati rimpatriati e disoccupati. A 74.000 operai erano state inoltre soppresse 3 ore al giorno. Sensibile a tutto ciò, Serrati ribadiva dalle colonne del giornale che « il nostro obiettivo ... è soltanto la rivendicazione .sociale, la quale sola potrà inaugurare il regime della giustizia e della libertà » 82 • Ma pur profondamente convinto della necessità d'una simile lotta, s'adagiava in una posizione d'attesa di futuri eventi nella certezza che - secondo una interpretazione esclusivamente « d·eterministica » del << Manifesto » marxista - il regime borghese cadesse da sé: « La rivoluzione - argomenta Serrati - non può essere il prodotto < artificiale' di un nostro inter:vento militare nel presente conflitto. Essa non può essere tale se non è prodotta ., naturalmente ', come ripercussione della presente guerra, per la forza, l'esperienza e la coscienza delle classi lavoratrici di Francia, di Inghilterra, di Germania esasperate e deluse per il duro sacrificio inutilmente sopportato nella guerra capitalistica dei loro padroni >> 83 • Né alla fine mancano le .solite profezie: « Noi possiamo ben prevedere che questo fenomeno storico abbia presto o tardi a verificarsi: allora sarà venuto il momento per il nostro intervento come socialisti e italiani, perché si tratta veramente della nostra guerra, non di quella dei re, degli imperatori o dei presidenti delle repubbliche borghesi» 84 • Serrati crede pertanto nella rivoluzione, crede che-le contraddizioni interne del sistema borghese siano giunte al limite, che le vecchie classi diti- .genti non siano piu in grado di superare le crisi, ma egli « fatalisticamente attende che siano i fatti a dargli ragione, che il crollo del sistema borghese appaia in maniera clamorosa, segnando il momento nel quale il proletariato rivoluzionario farà il suo scatto decisivo » ' 85 • Del resto qùesto indugiare, questo rinchiudersi in posizioni di messianica aspettativa non costituiva una peculiarità tipica del carattere serratiano. La stes·sa frase « neutralità assoluta », che nel linguaggio politico corrente era servita a designare la tendenza sostenuta dalla Direzione del Partito Socialista e dalla maggioranza dello stesso in riguardo alla situazione internazionale, « s.'era diffusa secondo .diversissime sfumature », a giudizio di Bordiga » 86 • · 81 [Id.], Libertà e autorità, in Avanti!, 22 novembre 1914. 82 [Id.], Il nostro intervento, in Avanti!, 24 novembre 1914. 83 Ibidem. 84 Ibidem. 85 G. Arfè, op. cit., p. 153. 86 A. Bordiga, I dogmi e la realtà, in Avanti!, 24 novembre 1914. BibliotecaGino Bianco 109

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