Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

raneamente ai partiti socialisti dei paesi neutrali di esigere dai loro governi l'avvio immediato di consultazioni diplomatiche con i ministeri degli Stati belligeranti, per mirare ad una rapida cessazione dello sterminio dei popoli » 34 • Alla luce della critica che lo stesso Lenin rivolgerà a quel Congresso - « non aver tracciato la linea di combattimento degli internazionalisti [ ... ] senza dimostrare agli operai che la causa del socialismo è disperata senza una lotta contro i socialsciovinisti » 35 - resta dunque ancor piu ingiustificabile la condotta di Serrati la cui posizione di fedele seguace dell'Internazionale, se coerentemente riflessa, avrebbe certamente ovviato in parte quelle stes.se deficienze rilevate dal rivoluzionario russo.· Rimane dunque la questione: perché Serrati rinunciò a battersi? « La risposta - conclude Romano - è negli stessi fatti narrati, nella considerazione di clima di socialpatriottismo gener~le che circondava la conferenza, nell'esame del rapporto di forze che esisteva in quel momento nella direzione del partito italiano, ed alla incertezza politica del Lazzari :sempre combattuto da due opposti sentimenti » 36 • A queste considerazioni di carattere politico, vorremmo aggiungere quelle di carattere psicologico accennate, non sottovalutabili in un temperamento incline al pessimismo come Serrati, prima fra tutte la constatazione, , per lui assai dolorosa, che l'Internazionalismo operaio s'era ridotto a un deplorevole convegno che si concludeva « amministiando » i dirigenti della Seconda Internazionale e scivolando, di conseguenza, sulle posizioni del pacifismo borghese. Fu quella - confesserà finalmente egli stesso nel 1920 - una « povera limitata riunione di socialisti italiani e svizzeri, che rico- .noscevano il carattere imperialistico della guerra mentre (i socialisti) dei confinanti paesi belligeranti tedeschi, francesi, inglesi e belgi collaboravano alla guerra con la rispettiva borghesia dei loro paesi » 37 • Quando, al suo ritorno in Italia, Serrati assisterà alle varie fasi della parabola· interventista di Mussolini, il suo abbattimento sarà ancora maggiore, non tanto perché esso era un sintomo in piu della crisi socialista e dell' « intransigentismo » in particolare, quanto perché egli vedeva affondarsi quel sentimento dell'amicizia che spesso aveva determinato in lui tanta carica di umanitarismo verso gli oppressi e conrtibuirà, in futuro, ad attenuare una presa di posizione decisa nei riguardi della politica dei riformi~ti. Serrati, privo d'ogni ambizione e senso d'arrivismo, « puro» e integro nella sua coerenza di militante operaio, disposto a qualunque tipo di sacrificio pur di mantenere alta la « bandiera del socialismo », soffri piu degli altri del gesto del suo antico amico e compagno che« nei momenti piu difficili, non mancò di aiutare anche economicamente» 38 • La nuova posizione assunta dal diret94 34 A. Romano, art. cit., p. 114. 35 Cfr. Lenin, Sul movimento operaio italiano, cit., p. 93-94. 36 A. Romano, art. cit., p. 91. 37 G.M. Serrati, Dalla Seconda alla Terza Internazionale, Milano, 1920, p. 26. 38 R. De Felice, op. cit., p. 264. BibliotecaGino Bianco

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