Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

mentalismo francofilo 19 presente nel partito. Il 2 settembre, inoltre, il giornale pubblicava l'articolo di Zibordi su Il socialismo europeo e il socialismo italiano, lodato piu tardi dallo stesso Lenin, perché « smaschera non solo lo sciovinismo della borghesia tedesca e della borghesia austriaca (ciò è vantaggioso dal punto di vista della borghesia italiana), ma anche di quella francese, e considera la guerra come una guerra della borghesia di tutti i paesi » 20 • Quello stesso giorno l'Avanti! pubblicava la relazione dell'incontro della Direzione del PSI con la missione socialdemocratica tedesca guidata, appunto, dal deputato Sudekum, incaricato dal Comitato centrale del partito germanico di convincere i socialisti italiani delle ragioni che l'avevano indotto a votare i crediti di guerra. I pericoli di « francesismo» fatti presenti soprattutto da Bordiga non si rivelarono infondati, poiché tutta la Direzione del Partito, per bocca di Della Seta, volle assicurare Sudekum che anche i socialisti italiani « compiangevano e onoravano il Belgio distrutto e seguivano trepidanti le sorti della Francia » 21 • Fu allora che, a Milano, Giacinto Menotti Serrati si rifiutò di ricevere gli inviati tedeschi (lo stesso Mussolini nell'occasione era associato pubblicamente alle dichiarazioni del collega Della Seta), ma, in pratica, la sua azione non riuscf ad incidere minimamente sulla condotta dei suoi compagni. In fondo quell'atteggiamento di semplice rifiuto era quanto meno ci si potesse aspettare da un personaggio decisamente irruento e battagliero contro i suoi nemici; da chi, in passato, aveva altre volte dimostrato con quale tenacia egli si battesse in difesa di quella sua idea-forza, l'Internazionalismo. Il fatto è che, già allora, il Serrati andava chiedendosi, non senza dibattersi in angosciosi dubbi, fino a qual punto la sua fede fosse realmente condivisa dai suoi stessi compagni; se giungesse ad essi veramente inascoltato il ritornello di una patria in pericolo e se l'atteggiamento di chi dirigeva l'Avanti! fosse autenticamente sincero e non dettato piuttosto dall'abitudine, mai abbandonata, di « trascinare la piazza ». L'amicizia intrecciata fin dal 1904, in Svizzera con Mussolini 22 , l'aveva abituato, infatti, a scrutare, piu a fondo degli altri, la personalità e gli atteggiamenti_del socialista romagnolo. Sicché non è da escludere che l'improvvisa assenza di questi dal Convegno italo-svizzero di Lugano, programmato per il 27 settembre 1914 dalla Direzione del Partito socialista svizzero allo scopo di esaminare in comune la situazione creata dalla guerra, e il comportamento che per l'occasione assunse Mussolini (dando pubblicamente notizia sull'Avanti! di quella riunione che doveva rimanere segreta) facessero insospettire maggiormente il Serrati. Pertanto egli, deluso e profondamente amareggiato, non ebbe nemmeno la forza di reagire, ma preferf scegliere un atteggiamento negativo di disgusto, di cupo silenzio; si trincerò ancora di piu in un « mutismo », che neppure il convegno riuscf a sciogliere. « Desi90 19 A. Bordiga, Al nostro posto, in Avanti!, 1° agosto 1914. 20 Cfr. Lenin, Sul movimento operaio italiano, Roma·, 1962, p. 90. 21 Avanti!, 2 settembre 1914. ' 22 Sui rapporti tra Mussolini e Serrati in Svizzera. cfr. •:>raR. De Felice, op. cit., p. 38-39. BibliotecaGino Bianco

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