Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

za antiguerresca, non sa e non può rimproverarsi l'augurio di vedere domani la gioventu italiana al di là, o al di qua_delle Alpi, con l'arme in pugno a difendere dagli speroni ferrati dei barbari di Guglielmo il suolo latino ricco di promettenti germogli di libertà! Noi attendiamo con l'arma al piede la nostra ora. L'Italia ufficiale è avvertita: nessun proletario si avvierebbe, in segno di minaccià, verso la frontiera occidentale. Se la tremenda bufera che ha trascinato come in un vortice di sangue tutti i paesi d'Europa, dovesse -_ per uno di quei fati indeprecabili che, ad irridere alle intenzioni degli-uomini, riserba la Storia - travolgere anche l'Italia, il sentimento universale del popolo ha segnato la sua mèta: contro la reazione! » 126 • In queste parole è già in luce l'interventismo dei sindacalisti rivoluzionari. Essi troveranno la loro via rivoluzionaria non contro la guerra ma nella guerra intesa come un mezzo per eliminare i baluardi della reazione europea, indebolire la monarchia e creare le condizioni per un rivolgimento sociale. Il crollo dell'Internazionale socialista confermava loro che il proletariato non poteva affermarsi laddove mancava una vera organizzazione sindacalista e dove invece dominava uno stato forte che soffocava anche i partiti politici proletari piu potenti 127 • I sindacalisti ritenevano necessario intervenire nella guerra per impedire la vittoria degli imperi centrali rappres.entanti le forze reazionarie e salvaguardare le condizioni di libertà politica già conseguite dal pro-. letariato dei paesi democratici, creando le condizioni per un successivo sviluppo della rivoluzione sociale 128 • De Ambris, per primo, vinte le incertezze, nel discorso tenuto in un comizio il 18 agosto alla seda dell'Unione sindacale milanese, si dichiarò apertamente per la « guerra rivoluzionaria » 129 • « La vittoria della Germania e dell'Austria - egli disse - ci porterebbe forse a ripetere le tristi parole di Herzen il quale, dopo le giornate del giugno 1948, affermava che l'Europa occidentale era ormai ·morta [ ...]. Se dovessero prevalere il kaiserismo ed il _pangermanesimo degli imperi centrali, non vi sarebbe alcuna forza atta a controbilanciarli [ ...] . La vittoria antitedesca, al contrario, ci lascia sperare una serie di benefizi di carattere economico, politico e morale che permetterebbe un rigoglioso sviluppo di tutte le forze di progresso dell'umanità [ ...] ; forse la rivoluzione dei popoli tedeschi liberati [ ...]; il -socialismo sollevato dal!'ossessione pangermanistica e divenuto veramente internazionale; il sindacalismo autonomista e libertario al posto del centralismo autoritario ... Certo, essa non è ancora la "nostra" rivoluzione; ma è forse necessaria per liberare il mondo dai detriti ingombranti del sopravv"issutomedioevo [ ...] . Siamo e saremo sempre contro ogni calcolo di egoismo nazionale, dovremo perciò in126 Ibidem. 127 L'Internazionale, 22 agosto 1914. 128 Un grosso problema costituiva per i sindacalisti interventisti la partecipazione della Russia all'alleanza con la Francia e l'Inghilterra. Essi sperarono nella possibilità di una rivoluzione in quel paese, esempio tipico della reazione. 129 Cfr. Alceste De Ambris, Filippo Corridoni, Piacenza, 1928, p. 13-25. Si tengano presenti inoltre R. De Felice, op. cit., p. 235 e R. De Felice, Sindacalismo rivoluzionario e fiumanesimo nel carteggio De Ambris (1919-1922), Brescia, 1966. 81 Bib.liotecaGino Bianco

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