Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

ora un programma politico di unità tra tutte le forze dell'estrema sinistra 119 • Il programma del « blocco rosso» auspicato dal De Ambris sembrò per un momento potersi realizzare allo scoppio della guerra. I sindacalisti riaffermarono dapprima la loro volontà di impedire ad ogni costo la partecipazione dell'Italia al conflitto, anche con accenti che superavano un generico pacifismo umanitario. Nel manifesto dell'U.S.I. al proletariato, del 1 agosto 1914, si proclamava « Noi non vi predichiamo un pacifismo imbelle ed inutilmente piagnone. Noi vi diciamo invece di tenervi pronti a trasformare l'odiosa guerra tra le nazioni, nella liberatrice guerra civile servendovi delle armi che vi daranno in mano pel fratricidio ai fini della vostra redenzione di classe » 120 • In un articolo su L'Internazionale del 1 agosto si ripeteva che ancora « se non sarà la pace per volontà dei governi e dei re, sarà pure la guerra per volontà nostra e del socialismo: sarà la rivoluzione » 121 • L'U.S.I. fece fronte comune con la C.G.d.L. e gli altri partiti e organizzazioni proletarie e socialiste animati da una medesima irriducibile opposizione alla guerra; balenò cosi la possibilità di una unità veramente rivoluzionaria di tutto il proletariato 122 • Ben presto, però, il fallimento dell'Internazionale socialista, l'aggressione tedesca del Belgio, l'inaspettata conversione alla guerra di difesa di molti ·socialisti e anarchi_cifrancesi, primo fra tutti Hervé, produssero un profondo turbamento nell'estrema sinistra. Inoltre, scongiurato il pericolo di una guerra a fianco degli imperi centrali, i repubblicani si dichiararono per l'intervento e un'analoga posizione si delineò tra i socialriformisti che già manifestavano la necessità di una solidarietà fattiva verso le democrazie occidentali. Una profonda frattura si produsse nel fronte unico: si verificarono sbandamenti ed incertezze. · 119 È interessante notare come Mussolini stesse svolgendo una~nalisi della « settimana rossa » che ol portava a conclusioni sotto certi aspetti vicine a quelle di De Ambris e della maggior parte dei sindacalisti. Egli infatti affermava su Utopia: « L'Italia ha bisogno di una rivoluzione e l'avrà». Ma quale rivoluzione si chiedeva? « Non sarà la rivoluzione sociale? Che importa ogni rivoluzione politica - diceva Carlo Marx - è anche sociale. Oggi il motto mariano è ancor piu. vero dati i rapporti intimissimi che corrono fra economia e politica. Un capovolgimento nell'una ha conseguenze immediate sull'altra». 'Cfr. Utopia, 15-31 luglio 1914, cit. in R. De Felice, op. cit., p. 214 ed in L. Lotti, op. cit., p. 263. Egli inoltre ripropose l'unità delle forze proletarie che definiva ·« desiderabile necessaria » con quel « minimum » di « compatibilità» che renda possibile l'azione in comune (Lettera a Giovanni Marinelli del 16 luglio 1914. Cfr. R. Dé Felice, op. cit., p. 214) e riaffermò sull'Avanti! del 23 luglio: « Piu. è aggressiva la lotta di classe pi-6. è consapevole e tanto maggiormente è politica ». 1 2 0 L'Internazionale, 1° agosto 1914. 1 21 Mentre tuona il cannone, ne L'Internazionale, 1° agosto 1914. 122 Il 5 agosto a Milano, presso la redazione dell'Avanti!, si tenne una riunione a cui parteciparono la direzione del P.S.I., i rappresentanti della C.G.d.L., della Federazione del Mare, della S.F.I., ed anche Alceste De Ambris e Tullio Masotti per l'U.S.I. Tutti furono concordi su questi punti: 1) l'Italia deve mantenere la sua neutralità fino alla fine della guerra; 2) l'Italia non deve assolutamente violare la neutralità a beneficio dei due imperi centrali; 3) nel caso si verificasse quest'ultima eventualità il proletariato risponderà con lo sciopero generale rivoluzionario. Masotti e De Ambris dichiararono però il loro dissenso dalla C.G .d.L. che aveva stabilito di lasciare unicamente alla direzione del P.S.I. l'incarico di dirigere l'azione, dato il carattere essenzialmente politico del problema. Essi rivendicavano quindi all'U.S.I. con l'appoggio di Livio Ciardi del S.F.I., la piena responsabilità e il compito di dirigere il movimento. Cfr. Il proletariato è concorde, ne L'Internazionale, 8 agosto 1914. - 79 BibliotecaGino Bianco

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