Luigi Cortesi ... [et al.] - Il Psi e la Grande guerra

ma per i parti ti che fanno dire ciò che essi vogliono agli elettori: non si tratta nelle elezioni di consultare il paese, ma di conquistare il potere politico ed i suoi benefici, e di schiacciar.e e di opprimere i concorrenti, i rivali che sono vinti». Il problema che si pone non è il riformare lo stato, mandare al potere l'uno o l'altro partito, ma trovare una nuova formà di organizzazione che tuteli la libertà, che esprima il divenire delle forze sociali. « Oggi ogni sforzo di libertà dei nostri governanti consiste nel1' accordare la libertà di parteggiare per l'abituale ordine di cose » ed è semplicemente « contrario all'ordine pubblico che il proletariato si costituisca mezzi · di azione efficaci e realizzi per conquiste successive il suo sogno di giustizia ». Non vi sono sostanziali differenze _fragli uomini politici, siano essi monarchici, clericali, democratici, appartengono tutti ad un organismo contro cui i sindacalisti lottano opponendo ai loro mezzi di coercizione « la libertà », il libero pensiero, l'azione libera, l'organizzazione libera. Le forze sociali, liberamente organizzate nel sindacato, costituiscono una forza capace di far crollare l'apparato statale. « Il sindacato è il popolo produttore, che prende coscienza della sua forza e del suo ideale e che si organizza liberamente contro lo Stato »; « il sindacato operaio è la rivoluzione permanente n9rmale, lo stato è sempre, quali che siano i suoi detentori, la reazione. Il sindacato non è lo stato nello stato, è contro lo stato, lo vuol rendere inutile. Lo stato vuol fare tutto, assorbire tutto e fa tutto male perché è meccanismo alquanto' imperfetto invece di essere un organismo ». Solo in una società organizzata su basi sindacaliste i principi, di libertà, di uguaglianza e di giustizia si concretizzano altrimenti « non sono che parole che servono a gabbare l'elettore». Lo scopo dell'azione dei sindacalisti riconfermato dagli ultimi avvenimenti, doveva dunque consistere nella_distruzione della organizzazione politica. Per Mantica si poneva in maniera imperiosa una sola alternativa « o lo stato attuale e la sua servitu tranquilla o i rischi o gli 5,forzi per uscirne». La volontà rivoluzionaria è riconfermata, occorre distruggere lo Stato per poi poter ricostruire una società « libera ». Frattanto Alceste De Ambris svolgeva in un programma piu concreto la sua prima intuizione di una possibilità di accordo tra le forze rivoluzionarie. La « settimana rossa » aveva indicato che tutti i partti avevano una meta comune: la distruzione delle istituzioni politiche vigenti. Ma acquisito questo primo dato, De Ambris si poneva il problema di come trovare un punto di intesa ·su ciò che si voleva costruire di nuovo, in maniera da armonizzare i programmi dei vari partiti senza tradire il loro originale nucleo ideologico. Prima di ogni altra cosa era necessario che il programma per. la nuova società rispettasse pienamente i principi del sindacalismo. Scriveva -su L)Internazionale: « Il problema non è tanto nella scelta fra monarchia o repubblica, quanto nella necessità di liberare la vita sociale dall'oppressione dello stato politico. In Italia forse 74 BibliotecaGino Bianco

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