I volontari nel Tirolo

40 Biblioteca Patriottioa l IX. LE ARTIGLIERIE. Sostammo un momento nel cammino, rattenuti da cura pietosa. Una d.i quelle vie · montane era popolata di garibaldini ferjti, avanzo glorioso di una mischia che era stata combattuta costì pochi momenti innanzi. Riconoscemmo alcuni dei nostri compagni, quali feriti legger·· mente, quali in brutto modo malconci. V'era anche il povero Tista, il faceto della Compagnia Lo riconobbi, sebbene fosse tutto nero nella faccia rattratta per lo spasimo delle ferjte. Gli appressai alle labbra la fiaschetta dell'acquavite, perchè in que' casi non bisogna. essere tante scrupolosi nella scelta dei rimedi, rn sp t: cie se manca la possibilità di scegliere. Le sue labbra non fecero alcun mov...mento, la fisonomia gli rimase impassibile. La pelle era tepida ancora, ma i polsi ed il cuore ' non battevano più. Povero T1sta '· aveva fatto le campagne del quarantotto, del cinquantanove e del sessanta., e .n'era usc1to jncolume; talchè era solito dire burlando non esser vero che alla guerra si muoia: muoiono solamente i poltr oni. I suoi frjzzi arguti ci alleggeri vano spesso la noia delle marcie, gli ozi della Caserma ; e ma.Desco e sussur.L'one tutte le volte che pigliava in ng- ' gia qualcuno, era poi servizievole e con tanto di cuope per i compagni. Quando portammo alla Compagnia la netizia della sua morte, fu un dolore per tutti. Isolati sul monte non eravamo punto sicuri, ma dove ci avviassimo non -lo sapeva nessuno. Qua e là si sentiva aneora L~ r umore delle fc,Icil ate; di quando io quando vedevamo di sopra di noi le creste del monte popolarsi di nemici , poi in basso sentivamo gli squilli delle trombe tìrolesi a cui si mescevano i suoni delle nostre trombe. Il sospetto di poter essere da un momento all'altro ac-

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