Memorie di un garibaldino

8 Biblioteca Patriottica. più zelanti, e avevano l'aria d'es$ere vecchi del mestiere, assunsero l'ufficio di capo-squadra, e il primo atto della loro sovranità fu la gradita promessa che avrebbero dato a tutti i Volontari un franco per giorno. Eravamo dunque già agli stipendi del Regio governo, pe~a .. vamo anche noi per qualche t, OSa nel bilancio del Mini· stero della guerra, ci sentivamo soldati in tutte le regole. Allora non avremmo potuto sospettare che quel franco quotidiano sarebbe diventato ben presto qualcosa di pro· blematico. La 3trada che percorrevamo era l'are~ina. Avremmo fatto più presto passando da Bologna sulla linea pi· stoiese, ma ell'era imgombra e stracarica di soldati dell'esercito, che s'avviano sul Mincio e sul Po. A me nvn dolse di percorrere queste belle vallate dell'Arno lusse· raggianti di tutti gli splendori della primavera, vedere quella fuga sterminata di colline, incoro.nate di pini e d'abeti, alzarsi e abbassa1•si, ristringersi e dilatarsi per far posto alle acque dell'Arno, che andava via rapido dietro di noi, ingrossato dalle pioggie recenti. Passammo Pontassieve, l'Incisa, Rignano, Figline, Montevarchi, poi sù sù vedemmo di lontano le mura vetuste dell'antichissima Arezzo, poi sollevata in vetta ad un altissimo colle l'etrusca Cortona, messa là quasi a custod1a delle me· morie d'un tempo sepolto ; e valicata Ja Chiana dalle sterminate e grasse pianure, entrammo nel territorio dell'Umbria. A me, fresco ancora degli studii classici, tornarono alla memoria le narrazioni mirabili di T 1to Livio, e mi parea di vedere, fra i boschi lontani, luccicare le aste e i cimieri dei Cartaginesi guidati da Annibale a debeIlare la superbia romana, e su quelle rive così tranquille, così :fiorenti del lago Trasimeno, solcato qua e là da pùvere barche peschereccie, avrei giurato di vedere ammucchiate le ossa confuse dei due eserciti poderosi. Ebbi qu1 un'occasione di distinguermi un po' dalla folla, e mi toccò l'o~ nore di essere attentamente ascoltato in una digression· cella storica che imbastii per uso dei miei compagni, non troppo fami'iari con la lingua e con le tradizioni del La· zio. Chi sa mai che cosa avrebbe detto il padre Ricci delle Scuole Pie, vedendo me suo scolare indisciplinato mettere a frutto in modo così strano le cose imparate da lui! ...

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