Mario Boneschi - Il Partito d'Azione e la democrazia

che è la parte appariscente della rivoluzione, esiste gia dopo uno spaventoso ciclo di guerre internazionali, di guerre civili, di crisi e di devastazioni. Il carattere collettivistico e pubblicistico delle grandi imprese si è già affermato, ma in forma disorganica e oppressiva. Si tratta. ora di renderlo onesto e popolare. Le classi lavoratrici nel cui interesse la ricostruzione deve avvenire costituis-cono l'enorme maggioranza della nazione e possono realizzare le riforme alle quali anelano, rispettando pienamente la libertà politica delle altre classi. Il problema è dunque soltanto di scuotere l'ignavia popolare, di sottrarre molti strati del proletariato, specie rurale e meridionale che ancora sonnecchiano, all'influenza dei ceti reaziona'ri di dare ai partiti omogeneità e discipli,na. NON RIPETERE L'ERRORE 1919-1920. Si tratta di non ripetere !'errore del primo dopoguerra, quando una fatale incomprensione contrappose i ceti medi agli operai, e gli operai ai contadini. Gli operai occuparono le fabbriche; una contemporanea agitazione contadina avrnbbe dovuto sorreggere il movimento, così come un'offensiva di un'armata deve farsi solo quando anche l'armata vicina può agganciare il nemico. Con l'aiuto dei tecnici e degli impiegati gli operai avrebbero potuto gestire le officine ed ottenere serie e durature conquiste. Ma gli operai mo~sero da soli all'occupazione si trovarono così padroni e custodi di officine deserte e inerti. Da questa avventura uscirono sconfitti e screditati, mentre si era formata, se non una alleanza, un allineamento capitalista con i tecnici che fece il vuoto attorno agli operai. 14 Biblioteca Gino B1ar.co

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