Carlo Sancasciani - Quattro parole libere sull'attuale condizione dei parrochi delle campagne

4 lilica comunità. Non vo' ripet ere i vccchiumi degl' ideali ; ma stando al reale pare a mc che la chi esa sia un non stato. Se il genere ncuùo es istesse in natura come uclle grammatiche Ialine, sarebbe proprio il caso nostro. La Chi esa, di ceva un bell' umore, sarà una sposa visibne, e ci credo; ma quando vo per abbracciarla, non la trovo più. Che fede, eh? ma la Chiesa reale di G. Cristo ha tutto l' ossequio di mia credenza: sapete piuttosto a quel che non credo , almeno per ora ? Alla Chiesa p rotetta dallo Stato. Ho sbagliato; ci credo , e la sua 'v italità non potrebbe essere maggiom; me ne accorgo alle bastonate che diluviano da tutte le parti. La intenz ione di aiutarci, io non voglio mali gnare, ci sarà ; ma dei falli è nulla. Se pizzicate un po' del retrivo, il potere civile vi abbranca , e Yi grida: vergogna ! non siete cittadini ? Se faticate a modo di ogni galantuomo per la libertà del vostro paese , vi si sguinzaglia contro 1' autorità eccles iastica, e vi empie di anatemi , di censure , di contumelie. Voi ' 'i .fate allora come un pulcin bagnato a chi governa: ma non avete che fredde parole , e stringer di spalle, c la solita clausola; car i miei non siete ecclesiastici ? noi non ci en- ' Lr iamo, son faccende da voi. - E questa è storia contemporanea. Noi siamo arnesi che facciam giuoco •1uanùo la procella rugge; ma se il mare dia segno ù i bonaccia , ci lusciano in un canto, o ci buttano Yia ttuasi fossimo borra o pattume. I premi e gl' imvieghi vanno ai camaleonti politici e agl' intriganti ;

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==