Carlo Sancasciani - Quattro parole libere sull'attuale condizione dei parrochi delle campagne

' ' • '!t QUATTRO PAROLE LIBERE SULL' ATTUALE CO~DIZIO~E D E I · PARROGHI DELLE CAMPAGNE r P ER CARLO SANCASCIANI SIENA , TIPOGRAFI A D l A. iUl'GGI 1861. '. Y. /

A spese dell' Editore C. Sancasciani MAZ 0700 0014.9 MAZ :j790

.. In una società bene organata i l3esi e i vantaggi debbono essere di stt:ibuiti a eguale misura fra le varie classi dei cittadini, almeno per quanto si può. E più una certa cotale condizione di persone conferi sce al decoro e bene morale del paese , alla creazione e mantenimento del costume pubblico , e più ha dr·itto ad amorevole c sapiente risguardo. 1\Ii date il permesso di aiTermare utili ssimo per molti rispetti al convitto civile il ceto dei Parrochi ? Se si, che siate mill e volte ringraz iati ; se no, saprò rassegnarmi , contentandomi di sorridere sulla. logica singolare di chi spesso e volentieri vi ene in cerca dell a opera nostra. Concedetemi dunque , per gran mercè , che vi viamo ; che qualcosa siamo; uomini . .. almeno. Abbiate , vi a, la compiacenza di non relegarci fra i cemetcri , o ]e mummie d' Egitto. Si è disputato in ant ico ,se la Chiesa faccia uno stato a parte, o immedesimato colla po·

4 lilica comunità. Non vo' ripet ere i vccchiumi degl' ideali ; ma stando al reale pare a mc che la chi esa sia un non stato. Se il genere ncuùo es istesse in natura come uclle grammatiche Ialine, sarebbe proprio il caso nostro. La Chi esa, di ceva un bell' umore, sarà una sposa visibne, e ci credo; ma quando vo per abbracciarla, non la trovo più. Che fede, eh? ma la Chiesa reale di G. Cristo ha tutto l' ossequio di mia credenza: sapete piuttosto a quel che non credo , almeno per ora ? Alla Chiesa p rotetta dallo Stato. Ho sbagliato; ci credo , e la sua 'v italità non potrebbe essere maggiom; me ne accorgo alle bastonate che diluviano da tutte le parti. La intenz ione di aiutarci, io non voglio mali gnare, ci sarà ; ma dei falli è nulla. Se pizzicate un po' del retrivo, il potere civile vi abbranca , e Yi grida: vergogna ! non siete cittadini ? Se faticate a modo di ogni galantuomo per la libertà del vostro paese , vi si sguinzaglia contro 1' autorità eccles iastica, e vi empie di anatemi , di censure , di contumelie. Voi ' 'i .fate allora come un pulcin bagnato a chi governa: ma non avete che fredde parole , e stringer di spalle, c la solita clausola; car i miei non siete ecclesiastici ? noi non ci en- ' Lr iamo, son faccende da voi. - E questa è storia contemporanea. Noi siamo arnesi che facciam giuoco •1uanùo la procella rugge; ma se il mare dia segno ù i bonaccia , ci lusciano in un canto, o ci buttano Yia ttuasi fossimo borra o pattume. I premi e gl' imvieghi vanno ai camaleonti politici e agl' intriganti ;

5 e in ctuesta cerchia davvero si dava ansa ai maliziosi a dire che la musica era mutata , ma il maestro di cappella durava sempre lo stesso. Insomma, pei parrochi sono i gravami , e quanti le spalle valgono o no a portare; quanto ai vantagg i , è uu altro paio di mani che. E trattandos i alla peggio le cose nostre, e adoperandosi seconoi duramente fino nello adempimento di stretti doveri di giustizia che si attengono alle necessità della vita, e mettendosi le nostre pet·- · sone in segno all ' odio pubblico per atti che non sarebbero da noi , ci tolgono quel decoro, confidenza c ri spetto a cui abbiamo diritto, e senza i quali non si governano i popoli. E prima dell e provvisioni. -- Madre del rispetto è decenza; ove questa difetti , invano ti farai scudo del carattere sacro e dell' uffi cio celeste. Ogni uomo vive dei sensi; ma molto più la gente rozza e illetterata dell e campagne. La quale ha un senso finissimo di satira e maldicenza verso i suoi prepositi; e rÌeanco la virtù le va a sangue se è mal vestita. Tanto è vero, che nemmeno i miserabili vogliono sapere di squallore in ·altrui, e che la miseria confina sempre con il ridicolo. Ora, c.ome si farà padre ai popoli chi è da loro ributtato ? Come soccoHerà al bbogno chi è povero al pari degli altri ? Come spezzerà il pane della intelligenza e della vita chi è necessitato ad andar sempre attorno, e forsP. anco ricorrere al lavor.o manuale per 1ogorare piLL che mantenere la

6 esistenza? Non voglio farmi bello ùi facile erudizione col dimostrare in che conto i popoli anche eterodossi abbiano avuto questo vero; ma mi contenterò, per non dilungarmi da esempi nostrani , di far parlare un legislatore filosofo, che avea mente e cuore degni di liberi tempi, vo' dire Leopoldo l . I mim:stri di religione che hanno diritto di essc- ?'e convenientemente alimentati dalle RENDITE PUBBLIf:IIE, si ebbe1·o in ogni tempo a cuore. La massa dei beni del clero, quantunque di sove1'- chio a~tmentata, non e'ra bastante al decoroso sostentamento di tutti gli individui addetti alla Chiesa > PERCHÈ TROPPO INADEQUATAJIIE~TE DIVISA. Il l\HSERAUI LE E l NDECE ' TE STATO Ì 'lb CUi Vivevano per 1·istrette~~a di assegna menti molti sace rdofi, SPECIALl\llt~NTE NELLE C.A lUPAGNE, destinati al servi::;;io .~pirit'ltale dei popoli, ed alla istne::;;ione dei medesimt7 nei dogmi della 1'eliginne, meritava UN NON ORDJ - l"'iARlO SOCCORSO. I DISORDl~f che na:;cevano da lla meschina condi~ione di questi Pa~Tochi esigevano essi pure Wt EFF ICACE RIPARO PER PARTE DEL GOVERNO; pe1'chè oltre AL NON l<:SSERE I l\IEDESHll IN GRADO DI SOCCORRERE l POPOLANI PIU' BI SOGNOSI, mancaVCt?lO anco1·a delle necessarie cognizioni pe1· istruirgli, n'- r:usandosi i soggetti di 'ltna espe1·imentata abilità di prestarsi all' ass isten~a di simili cure (1) . ('l) Vcdi l' Opera • Governo ùella Toscana sotto il regime ùì I.copoldo I.« parag. Ministri di Ilcligionc cc- pag. 62 c &eg.

7 .E nella Circolare del 15 Gennaio 1778 che intende a fermare il modo per provvedere le chiese part'occhiali di Congrua, ha queste memorabili parole. H È GIUS'l' lSS OUO clte si debba avere uno SPECIALE <c 'riguardo ai Pa1-r-ochi, come quelli nei quali posa . cc il llTAGGlOR carico dell' assisten::.a spi1·ituale del « popolo , e nei quali qualchè SOPRABUONDANZA })[ <c RENDITA NON FA CHE UN BENE, ' impiegandosi regoc.c larmentc in soccors çaTitatevoli j ed all' incont1·o · cc QUALUNQUE lllANCANZA PRODUCE I NFI NI T I liL\. LT , « p crchè 1'mpedi sce la :,celta dei soggetti migliori , e cc quelli che ~·i s' impiegano sono obbligati et trascucc mrne i l serv i::;io per cercare da altre occupa::.ioni « quel che manca a . sostenersi » Mi sta sempre sugli occhi il racconto di egregia persona in torno alla orrida condizione di un buon curato di campagna, che riesce fedele di pintura verso alle osse1·vazioni del grande imperante. Trovavasi essa in sito montuoso a caccia con un amico ; si sa che le fati che della caccia mettono fame presto: ma dove, ma come sati sfarc all' inesot' ab ilc bisogno ? Cammina, cammina , ecco spunta un campanile, e come appiccicate insieme si scorgono una chiesuola ed una casipola. Respirarono ; ma l' eslema forma dell'abitato metteva poca fiducia. É in casa il sig. Curato :> domandarono a uno straccione , irlo d' immondizia e di barba, che t1·aeva a quella volta.- Eccomi ; che mi comandano, ri spose l'incognito. - Che ! è lei il Curato? - Appunto; sono qua per servir li . - Si guardarono in viso, e

8 sbalorditi , senza far motto entrarono secolui l'orrido albergo. Appetto del quale una topaia varrebbe tanto oro. Come gli ebbero messo in vista il fatto loro , miei car i signori, riprese, posso regalargli di una grande pietanza di buon cuore, ma di altro no. Vedano il mio cibo; e cavò fuori un pezzo di polenta di gran siciliano; se vogliono , ne ummannirò loro in onesta porzione. Questo è frutto delle mi e mani, e bene spesso della benevolenza dei popolani. Lavorare e soffrit·e sono mie parti indivise. - ,Fortuna che aveano fatto preda! misero fuora il $elvaggiume, e datisi attorno, e fatto un bel fu oco, in breve ora si refocillarono. Il buon parroco non si era mai trovato a star così bene; ma gli ospiti non si fecero troppo bella idea dello stato decoroso in che l' altrui pietà lo lasciava. -Vasta t'l la materia , e la strada è falla; chi più ne ha, pilL ne metta. Dopo i citati savi rifless i non piovve la manna. Si fissò da P. Leopoldo la congrua parrocchiale in quantità inadeguata anche per quei ~empi, 80 scucl i: ma il fatto era un passo a' mi gliori. E se nel 1785 si abolirono le Decime, nel 17S6 si assegnarono aumenti di rendita alle Parrocchie; pe' quali a molte chiese rurali senes i si elevò la Congrua fino ai 100 scudi. E le med~sime decime , atteso la. povertà d ei titolari, e la insufficienza, in parte, degli aumenti di cntmta si continuarono a prendere; e i Governi posteriori deli catam~nlc lasciarono fare, anzi prestarono per l'esazione fino il favor e del braccio regio. Tanto-

9 chè, se non addiYennero pt·ospere le sorte dci piLL m_èschini, neanco si travol sero in peggio. Sotto il novello e libero reggimento poi si valicinuv.ano di noi mirabilia: vedrete, vedrete; ( ci andavano . susurrando) i poteri dì3potici vi schiacciavano, i liberi vi rial~eranno; sarà una vera cuccagna. E persone di alto affare assicuravano me scrittore, che la dimora fatta nelle campagne le avea da lunga mano persuase della lurida condizione dei parrochi, e che era giunto il tempo di metterei un riparo. Nell a Circolare ai Prefetti spiegati va della risoluzione della convenzione fermata fm Lcopoldo II. e la Corte di Roma il Mini stro dei Culti Salvagnoli esc iva in queste parole << I l qual procedere 1·omano è degno mag,qionnentc di uota, quando si con f ronti col procedere del Governo, che ve.r;lia per prcven.i1·e e per punire ogni trasco1·so contro la Telir;ione Cattolica , e LARGAME~TE PROVVED~ AL CULTO, E S L STUDfA Dl SOPPERIRE Al BI SOGN L DE l SACERDOTI CHE LANG urSCONO, mentre le 1·endite del patrimonio Ecclesiastico potrebbero bastare al decente mantenimento di tutti , quando fossero 1·eparlite lt dovere. ,, E più sotto « Lo stato l01'1Wndo al .suo saggio esper·imentato diritto Ecclesiastico !\"O~ R ITOR ìU ALLE GRETTEZZ~ JJISPOT I CH~ DEl CESSATI GOYERNl AUSTRIACI. n Ancora aggi unge. « I l presente governo farà an~i spontaneamente qu~lle r~[onne che 1·eputasse necessarie. Esso v1wle che il sommo pontefi ee e a s ACERDOZIO All - lliANO OG~ l !\lODO LEGlTTIJIO per dar l' esempio del

10 come si concili la religione con la libertà, e i BENEFI Z I DELLA CIVIL'l'A' con la santità del Cristianesimo. Come ha adempiuto il governo della Toscana queste promesse? Che ha portato di reale profitto a questi benefici parrocchiali ? Io non bado a rumore di decreti, n è a lusso di buone volontà; guardo ni fatti, e giudico spassionatamente , e senza vani riguardi. Avrei voluto tacere; e tacqui per lungo tempo; ma rompo oggi il silenzio sia per non incorrere nella nota eli pusillanimità, sia per ministrat·e un sollievo alle necessità dei miei confratelli. Io credo aver dato bastanti saggi del mio amore ardentissimo nll ' Italia ed al suo unieo e degno He ; e parlo om tanto più liberamente , in quantochè il mio discorso non muove da differenza di opinioni politiche, o da basso talento di personalità. 'É un cattivo vezzo quello di scambiare la opposizione agli errori delle persone con l' odio alla politica .liberale e italiana. Se la stampa toscana avesse osato dire la verità al Governo, questo non avrebbe enato, o si sarebbe rimesso tantosto sulla buona via. Io sto coi principi , non con gli uomini, quando sembra prevarichino le leggi di giustizia e di lib~rtà. Le quali sono sempre offese, quando con partiti improvvidi si gettano nell' avvilimento e nello squallore tanti operai del Signore, si suscita malcontento contro del re, accendesi la discordia , e si ributtano le genti campagnuole dal partecipare alla vita e al movimen to della nazione. E se

11 io ebbi cuore da mettere la mano sulle piaghe civili del clero, (1) per qual ragione avrei ora a ristarmi ùal fare apet·ti i torti commessi verso di esso? La verità è una sola ; ed è per tutti la stessa. Ònd~ a me non rimane per conforto al doloroso tema che mitigarne la crudezza con la temperanza dei modi , e la pacatezza serena del ragionamento. lo non son tenero delle Decime, e quando ne seppi la morte legale, non feci cormccio; ma l' accolsi siccome cosa des iderata, e ne menai festa co' miei amici. Che chi ministt·a all'altare debba vivere dell'altare, sta bene; c la elemosina piaee anco a me; ma non a ù SO dei frati cercatori. Che diiTerenza mettete, in grazia, tra il portarvi da per voi i generi sulle spalle o sulla bestia , c il farveli portar e ? Poi , questo costume faceva i coloni più arroganti nella esazione dei servigi ; quasichè ci sfumassero essi, c le Decime non investissero i fondi come mere passività, e non gravassero a rigo.re di dritto i soli padroni. Riuscivano anco odiose , perchè ne1la divisione e trapasso in allrui dei beni fondiali furono talora malissimo distribuite; sicchè accadesse che il piccolo possidente dopo la partizione col co- ( !) Nell'Opuscolo -- La qu estione i taUana e il clero-- un palato wno lroH•rit sapore òi fort e agrume; qnanlunqnc m 'ingegnassi a loda re i pr<' Li per tirargìi alla rama nazionale. JUentrc però fui capilo a rc ·H·. cio da alcuni , nou o: tcnni pmc l ' c!Tctto inteso. !\la non importa: la gcacrosi:à anche spreca ta non dère ccri ~arc peolimen~o.

/ '12 lono tornasse a dividere lo scarso frutto col parroco. Odiose, perchè nel caro attual e déi viveri , e il brutto caso della crittogama, qualchè parroco di sumano ( perché tacerei la verità?) rideva in barba ai tempi ed alle disgrazie col pretendere strettamente ciò che il terreno non dava più. Odiose , per ché pagate ez iandio da padroni che neppure avevano i ben i nel territorio del titolare cui si somministravano. Odio5e, perchè cimentavano talvolta qualcuno dei meglio aitanti a rompere il muso a' villi?i che portavano spesso roba da cani. Qualche ingenuo colono mi assicurava che all' antecessore mio aveano recato vino annacqualo per la metà : in questo caso povero parroco ! povere messe ! Mi piace per altro notare non essere avvenute su questo parti co lare cosi frequenti le liti , come si crede; perchè non abbiamo fatto po' poi divorzio assoluto dalla discrezione. E ogni ragione ~i chiasso poteva elimfnarsi con Io impedire ai curati la esazione delle Decime, e accollarla ai camarlinghi comunitativi a tenore della Circolare del 5 Febbraio 1815. Non cascava però il mondo a tener su un altro poco questo sistema , quando una precipitata innovazione avesse portato peggiori effetti tultochè passeggeri; stando il sommo della politica nel preferire ai più gravi gl' incom·enienti di. minor conto.- Ecco intanto il decreto del 21 Gennaio 1860, i cui termini gi(H"erà fra poco richiamare alla mente. << Considerando che le Deàme parrocchiali sieno cc ~tn resto di tempi infelici, e diano occasione di

15 « -(req'ltenti dispute fra il Curato, ed i Parroccltiani, cc o!trc ad essere 'ltn vincolo della proprietà fondia- <c r-ia , ed un concorso ineguale dei contribuent~ . alle cc spese del culto cattolico , il Goverao della Tosc acc na decreta. Art. 1. Le Decime PaTrocchiali a cacc rico d:ei singoli possidenti sono abolite. 2. Cus c u N << CONGRUATO P ERC IPERA' LE DECUIE dalla Depo- « siteria NELLA SOllllliA STABILITA NEL CAlliPlO~E DE Lt< LE PARROCCHIE CONSERVATO NELL' ARCIHVIO DEL cc MINISTERO DEGLI AFFARI E CCLESIAS1' ICI. cc A compimento del qual Decreto , 'a sodclisfacim e~to delle promesse date , e sulle vesti gia d i Farin i promulgavasi poco di poi questa Legge dci 20 Febbraio del medesimo anno. << Il H. . Governo decreta. 1. · É isti- << tuita 'ltna Commis$ione per presentare cd R. Gocc verno UNA PROPOSTA DI U.EPARTO FRA I SACERDOTI « DEL CLERO SECOLARE CA'fTOLI CO DI TUTTE LE l~EN­ « DITE Ecr.LESIASTICHE seguendo le norme che ver- << ranno STABILI1' E con successivo decreto. 2. LA Coli- « J.UI SS IO~E DE~TRO IL FUTURO IllESE DI AGOSTO TRA.- « SlliETTERA 1 AL IL GOVERNO LA NOTA DI TU'fTI I <c PARROClll ~E!UPLICT, LA CONGRUA DEI QUALI NON « GIUNGE A ITALIANE LIRE OTTOCE~TO ALL' .iNNO; ED cc IL GoVERNO SOilll\UNISTRERA.' LORO IL SUPPI.- E- << MENTO, FINO A CHE NON SU DECRETATO IL DEFI- « NITIVO REPARTO DELLE RENDITE ECC LESU.S T ICIIE. » Peccato che si ebbe tanta fretta; se si aspettava un altro pezzo, ci avrebbero assegnato a modo di Pepoli franchi mille annui ; e allora vi so dire che la nostra

14 l'icchczza in carta era assicurata. Anche al culto lsraelitico con decreto dei 25 Gennaio si destinava un annuo sussidio di lire fiorentine 40,000 da repv.rtirsi con snccessiya disposizione. Dal tenore del sunnominato decreto consègnita lucentissimamente che il governo avea in animo di vanlaggiare i titolari di chiese non ben forniti di rendite , e i ben provvisti tollerare ANCHE RISPETTO ALLE DECilliE fino al reparto : il quale in fin delle fini come conforme a una certa specie di giustizia non doveva scontentare ragionevolmente nessuno. 1\la siccome più si pensa da noi uomini al danno presente che al bene futuro, masticavamo male il pagamento che ci si imprometteva delle Decime nella somma del Campione del Ministero degli Affari Ecclesiastici. Il quale rimonta al 1782; epoca in cui i generi alimentari valevano zero appetto a oggi. D'altra parte la legge (vedi la circolare dei 15 Aprile 1815) per quei che non volevano dare i generi, ne sanciva la valutazione sul prezzo dei p~tbblici mercati VICINWRI, e da soddi sfar e nel mese successivo alle respettive raccolte. E infatti alla tassazione pretoriale <Hlnua erano obbligati a rimettersi coloro che compensavano la Decima col danaro. Pertanto una Deputazione composta del Parroco Dott. Pratesi, Curato Carlo Minncci, e di me scrittore si fece al celebre Salvagnoli , e chiese un indennizzo equivalente ai prezzi correnti, e come si dava giusta la legge dai possidenti ; al fine di impedire che le innovazioni ,

15 se non ci potevano avvantaggiare subitamente, neanco ci ~i vol gessero in danno. Il Ministro ci accol se assai gentilmente; e PRO· MISE T U'l"ro. Parlò con · ~a lore delle nostre non fauste condizioni ; ci mamf estò la quantità piuttosto conside r eyole dei beni di Chie8a da spartire , e ci congedò con queste precise parole. -Noi vogliamo clw stiate bene.- Hipensandoci oggi, mi pare avverato rispetto a noi il presagio di un certo medico che a tale che gli chiedeva come sarebbe anduta a un poveretto che avea in cura , bene! bene! rispose; e il giorno dopo era morto.- Mi spiace che Minucci è andato fra i più e non può parlare; ma Pratesi vive, e bene in cervello. Anch'io non son morto affatto. E questa Dichiarazione . fu inserita da me nel periodico fiorentino la Nazione; (l ) e il Governo non replicò ' 'erbo. Naturalmente il ministro dovè parlare in fa - vore della immediata abolizione; ripetendo essere le Decime un a''anzo di feudalismo del medio evo. Passandoci della par.te odiosa che hanno in parte , e solo per estrinseci aggiunti che non toccano la cosa, poco al mondo è così legi ttimo e sacro quanto il dritto alle Decime. Nate dal dovere di alimentare i ministri dell'altare, confermate dalle leggi canoniche e civi li , avvalorate da una lunghissima e continua tradizione, portano con se la splendida impronta della legalità. Se ogni brutta reliquia di passato, ogni (1 ) La trovera i alla fine del libretto fra le avverlenze alla lettera A.

16 cosa non troppo approvabile si dovesse a un tratto recid ere a questo mondo, staremmo freschi. Anche il giuoco del lotto non è una be1la cosa; eppure l' hanno levato ? Nossignori; perchè frutta troppo. Rico1Tono ( aggiungeva il chiaro statista ) al Deuteronomio; ma allont i Leviti non possedevano. E si può ri spondere che allora trattavasi veramente della decima parte di tutti i prodotti del suolo ; perchè essendosi distribuita tra le tribù tutta la terra, si voile per siiTatta guisa provvedere ai levit i ; ai quali soli non si assegnavano terreni acciocchè vacassero liberamente ai sac1·i uffici , non distU?·bati daqli impacci dei temporali nego:::i. Oltredichè non tutti i parrochi hanno possessi. Fu in questa occorrenza che il dotto e on~­ sto Pratesi, il quale non si augurava bene dalle lusinghe e presenti va il futuro, disse una sentenza di oro. )) Avete messo a~ licei con 1800 franchi certlt cc gente che mi vergognerei a nominare; e poi torce 9'ete ai povm·i petrrochi porzione degli scarsi ?'edcc diti necesscwi alla sussistenza. » Il · Mini st ro si annuvolò , si dol se , si contorse sul suo seggiolone : ma l'antifona era scappata, e la verità va detta anche ai mini stri. Ora, che dire di questa promessa del Sal- ' 'agnoli ? Si era esso dimenticato dci termini del Decreto ? O intendeva saviamente a modificarlo ? Giacché io non posso pure supporre bassa mira nell'ani· mo nobile di quest'uomo, che è una vivente gloria d'Italia. Ma il fatto è che nessuna mutazione intervenne, e che la Commissione pel Repar.to dell'indennizzo

4 17 delle Decime dovè premere necessariamente le orme della legge. 1\Ia se la faccenda delle Decime anderà a rompicollo, almeno il supplemento degli 800 franchi raddi - l'izzerà ogni stortura, e faremo pari c patta. Pensate voi; i prescelti ;:~. questo reparto seppero il loro carico per la semplice dichiarazione del Monito?'e ; cosa che mostra chiaro quanto curasse il governo quella proposta ! E il Decreto che segnas~e le norme a tale spartimento restò nella penna ; mentre si provvide p m· legge de' 21 Marzo· 1860 alle Università lsraelitiche. Così nella gentile, liberale, e cattolica Toscana, gli Ebrei ebbero più fortuna dei Parrochi. Basta ; dopo un lungo sonno, non so se del Governo o della Commissione ( ma penserei del primo) fu mossa inchiesta ai Curati sopra la portata di loro rendite. 1\Ia notate come: meglio che la discussione, piacque l' imperio: i titoli di uscita furono imposti, e, s' intende', in parca misura: e nel foglio a stampa che ci trasmi sero mancava fino lo spaz io a mettere osservazioni c giustificazioni sui titoli omessi, o sulla importanza dei già notati. In quella vece si afferiva ai Cancellieri in una bianca e bella faccia lib€ro campo a dire contro di noi che, come tutti sanno , siamo le locuste dello stato, e gl' incontentabil i per eccellenza. Al - cuni infatti di loro usarono lautamente del privilegio, misurando il valore dei generi e le uscite ai beati antichi tempi. Io peraltro, e aggiunsi ciò che mi pareva giusto , e dissi in altri ri spetti liberamente le 2

18 mie ragioni, non senza consiglio dell'autorità locale; c altri pure adoperò al medes imo modo. Non so a che riusciranno queste legittime industrie; e se ci sarà dato il torto anche questa volla. Intanto i giorni passavano; si avvicinava il tempo della scadenza delle decime, e non appariva pur segno di compensazione. Rispetlo alla quale si facevano di brutti prognosti ci; c 1' Ab. Belli da frate accorto e di buon naso rifiutava far parte della commissione del Repa rto generale. lo, Che sebbene nano e tarpagnolo come mi trovo di essere, mi sono affaticato pur sempre ad adempiere le parli di conci liatore fra il potere liberale ed il clero, e presentivo già le sorde anticipate accuse, udivo i motti diffidenti, con Memoria trasmessa al Governatore generale delle provincie òella Toscana cercai di ovviare a tutti gli sconci. Dopo avere accennato in ispirito presago che la condizione nostra poteva rifiorire o ruìnare affatto, e posto considerazioni sull'aggiunta e valore dei titoli di uscita, misi nuovamente in sodo la dichiarazione avuta dal Ministro dei culti rispet to alla valutazione delle Decime, e che andò divulgata per le stampe. Aggiungeva poi le seguenti parole , che ora occorre far pubbliche. cc La f'unzio- « ne repa'rtitiva scwà lunga; e i nrsOGNl soNo AT- « TUALI E STRINGENTI. Sano COnsiglio sarebbe FORNIRE (( Sl:SSIDÌ AI PIU' BISOGNOSI (1). NON Si PERDEREB- (1) M i dicono c'hc qualche savio Prefetto avea proposto questo temperamento ; ma invano. Non c' è alle volle cosa pil1 crudele di una stretta lcgali lù.

19 ~c BERO ALLORA GLI ;\:IIICI , NÉ I NEM ICI S I CRESCEcc R,EBBERO. Questa amica voce non rhtscin't, disac- << cetta al got·crno. Già S'ltonano lamenti ; già si decc sta ipocritamente ?a compassione. Sotto apparen::::c cc pie sì cela tradit1·ice la rea::::ione. Le acc'ltsatrici ,, q'ltetimonie dei nemici al prog1·esso non sono a eu- ' ' 1'aJ'e; iUA LA SODDlSFAZlON!i: Al VERI BISOG~I lUER I'fA cc LE CURE DEI REGGlTOIU. MEGLIO CHE CARICARSI << SUIHTO Dr TANTO PESO , NON ERA liUPROVYIDO P.All- ~c TITO CHE IL GOVERNO 'fE NESSE FER I.UO NEI PROPRIEcc 'l'ARi JJ, CARICO DELLE DECllllE PRll11A DI AVERE cc SCAiXDAGLlATO LA F.QRZA FINANZIARIA DELLE CIIIEcc SE CURATE. » Parve sortissero buon r iuscimento le rimostranze , perchè con ordinanza del 4 Agosto dell'anno perduto si affida alla Commissione istituita per la equa di stribuzione delle rendite ecclesiastiche anche il carico del r eparto delle indem~ità dovute per l' abolizione delle Decime Parrocchiali; si sostituisce al renunziante Belli altra persona, e si fa presidente il pro f. l\lazzuoli ; giacchè fra le altre disgrazie la Commissione era stata fi n allora sen::::a capo! l\ii spiace dover segnalare che l'aboli zione delle Decime data dal 21 Gennaio, e la istituzione della Commissione pel reparto dal 4 Agosto ; cioè quando si aveva a riscuotere, si ordinava e preparnva la discussione. É una bella pietanza la discussione eh? Facciamo ora le meraviglie che fino a questo giorno 21 Marzo 1861 i Parrochi della. senese archidiogesi non abbiano conseguito l' assegno!

2\J A buon conto il governo a furi a di decTcti si cm messo in mala via; occorreva un avvocato per trarlo a salvamento; urr avvocato che restringesse, escludes-se, ammorbidisse , negasse , e che verso di lui adem~ pisse le parti di salvaspalle; e una Commissione fù proprio il caso suo. Esaminiamo ora se questa sia escita a onore da tale carico. La Commissione sente il bisogno eli riallacciare la legge abolitiva delle Decime alle altre anteriori; e senza pure il ristoro di una pietosa osservazione fa capo imperturbabilmente agli 80 scudi fissati da P. Leopoldo , all ' effetto di ammettere o radere il dritto alla indennità. lo non av rei mai credu to si arrivasse a tante! Come! nel 1860, dopo le lusinghe pòrteci, dopo la profusi-one di stipendi adoperata verso i pubblici insegnanti (e si è visto in parte che bella roba ci hanno regalato ) in tanto dure distrette di bisogni, e così enorme caro dei vivm~i , si ritorna alla miseria degli 80 scudi ? Fortuna r:fte non si avevano a rinnovm·e le grette:::: ::::e dispotiche dei cessati governi au- ~triaci! ! i\Ia qui anzi c'è peggioramento , o Signori della Commi ssione: oggi gli 80 scudi non valgon() pure la metà de' tempi di Leopoldo I. Il quale s·e potesse alzare il capo dal suo sepolcro darebbe un buon carpiccio a eh i copia sì a sproposito l'opera sua ; e l'a segno in verità di gran forza ed equità interpetrutiva coll' escire in queste stranezze ! Un tanto vero hanno riconosciuto , e il go\'erno nel crescere gli stipendi ai suoi impiegati , e le comuni nel meglio

• 21 p:rovyedere alle sorti dei precettori e dei medici. Nel generale movimento soli noi dunque dobbiamo star fermi, o procedere a uso dei gamberi? E che il pensiero Leopoldino abbia una certa latitudine lo accenna la legge stessa con la parola ALl'IIENO 80 scudi; che ammette, io amo credere, la stessa disc.re:;'ione del precetto eccle:;iastico della confessione e comunione annua! E lo almeno di quei tempi ha grande significanza per eh i sa intendere. La Commissione non doveva andare tanto addiet?·o , ma pr<Jgredi?·c col secolo, c allora avrebbe dato negli 800 f.ranchi promessi e non mantenuti ai rettori di anime. Ma ciò metteva poco conto al Governo che avrebbe dovuto indennizzare quasi tutti i parrochi della Diogesi. Osservo inoltre .che vi -è fondamento a tenere essere stata elevata la congrua per la diogesi di Siena ai 100 sclld i (l). Eppoi, la s·tessa Commissione nella sua prima relazione confessa che cc molte cU/re cc aveano la ltbem facoltà di pe1·cipere le decime senzct cc tenere alcun conto della congrua lega le. E nell'altra « pubblicata di frescomostra« stupore che a ehiese par- <-< ti co lari , a pan·occhie anzi d' intie:re diogesi , e ,, d' intie1·e provincie )) fosse fatta una tal facoltà. Dunque, argomento io, gli stessi governanti che tenevano ferma in teoriea la eongrua già nominata, confessavano col fatto che non bastava già a sopperire al bisogno dei Parwchi; ed era una delle tante volte che (~ ) Leggi l' ancrtenza alla Lettera n.

22 Ja mitezza ùi ap-plicazione -v inceva Ja cruda inclemen- ·za delle teorie. E aggiungo che non è punto bello nè generoso brigare perchè i governi liberi in opera ùi beneficenza c di giustizia si facciano levare la mano dai dispotici. l\'Ia a chi toccherà poi il godimento della indennità ? Per diniegarlo alle cure sprovviste della Congrua legale (cioè 80 scudi! ) la Commissione esce in qucsle conclusioni « La nuova legge per 1·aggiunge1·e <c completamente e immediatamenlrJ il suo scopo pose cc a carico del pubblica erario le obbliga::;ioni dei p1·i- « vati cont1·ibuenti; MA NON È LECITO QUI ' DI I NFE- « IURE CHE AL Pl'RBLlCO l!:IL\R W ARB.U. VOLUTO AGtc GIUNGERE IL CARICO DELLE LllJERE E SPONTANEE « OBLAZlO~l DEI PARROCCHLANL )) Questo è proprio Ull curioso modo d} interpretazione t Adagio un poco , signori miei: anche io non vedo quì nè lecito nè necessario l ' in{e1·ire ; ma sapete voi perchè? per una ragione SOla: perchè LA. LEGGE È CHIARA ABlUS'l'ANZA . Ha scordato for·se la signora Commissione i termini della legge che si degna saltare a piè pari. ' ' Ciascun Congruato pe1·ciperd le Decime dalla Deposileria ec?n Non si -vorrà d ire , io spero , pel noto aforismo inchtsio 'ltn'ius est exclusia alte1'Ù6S che la legge dinieghi le Decime solo ai no.n congruati; perchò ciò sarebbe assurdo ìnfinito, e avrebbe avuto ragione la Lente brioso giornale di Firenze che a proposito di tlucsl' a1·ticolo fu tentata a dire : ltabenti dabit'lt?', et zwn haòenti a'lt{eret'lw. Dunque rimane a dire·, che H

25 Governo a tutti volesse estendm·e questo dritto ; ed era facile a capire questa larghezza compensativa, quando pel reparto che decretava di eseguire avrebbe cagionato grave detrimento alle fortune dei titolari agiati . È chiaro d'altra parte anche a chi è un po' infarinato del linguaggio legale in questa materia, che· le voci cong1·uato e cong1·ua suonano possedimento pieno della somma fermata per legge. Anche nel dubbio se la legge stesse in favore o no dei congruati, doveano appigliarsi i signori della Commi ssione al partito più equo , per secondare così gl' intend imenti di un potere che non 1'it01·na più alle grctte:::~e dispotiche dei cessati governi aust1·iuci. Ma la cosa è chiara piLl dell' acqua; e la inten:::ione anche contra1·ia del legi slatore non suffragherebbe punto; quando in simiglianti casi bisogna stare assolLltamenle ai termini dei decreti. E se per un vocabol<> male adoperato (dimessi in luogo di destituiti ) gli ex.mini stri granducali si beccano tuttora i loro grassi slipendì (bene spesi davvero!) perchè si dovrà osservare un altro tenot·e coi deboli e pacifici ministri dell ' altare? Perchè non avranno questi i medesimi dritti? l\Ia vi ha di più. I congruati pigliaron possesso del benefizio quando avea questa sovrabbondanza di ren~ila; c a tenore di essa soddisfecero, pagando, al così detto dritto di bolle. Dunque senza transaz ione e compensi non ne possono giustamente andare spogliati. Ci pensi cui tocca : io non son congntato davvero; ma mi punge ogni torto che tocchi i miei confratelli.

24 O la Decima poi del lino è sparita? Non costa nuTla? Sissignori, anche la decima del lino c'è; 5 liùbre il 100, e dovunque si semini; quantunque alcuni caparbi possidenti non ne volessero saper nulla. E ammetteva anche essa l' azione giudiciale; e conosco nn exparroco che ci fece stare un grosso proprietario moroso; e qualeheduno l' avea ridotta anche a censo. Ora sì che i contadini non danno più nulla! Dove t ·a il più va il meno , così ragionano essi ; e pare che non ragionino così soltanto i contadini!! State a vedere ora che entrerà anche il lino nell a grossa somma del Reparto! La Commissione fu posta ancora nella tri sta necessità di emettere giudizi erronei sulla esistenza o nò della congrua legale7 c in conseguenza di sacrificare i parrochi. La premura di accelerare i lavori , la pugna fra le dichiarazioni, la inesattezza dei Campioni delle cure ( i titolari stessi avendo nell'ingresso alle chiese di troppo alzalo talora o abbassato le rendite) potevano portare a ciò. Potrei cilare un parroco, certo non congruato, e che ebbe fin rifatto il Camposanto dalla Comune, il quale per un fal so dato del Campione si vide sparire, come per giuoco di bussololti, le Decime. Se però i Signori della relazione non vollero applicare la legge dove era propizia ai curati, la interpetrnrono a maraviglia bene dove tornava loro a pregiudi - zio. Parlo del valutare i generi sui Campioni dell' Archivio del Ministero degli Affari Ecclesiastici. Ma qui la col p a era della legge che suonava chiarissima, e non

25 fu mutata. Voglio però notare per debito d' imparzialità , che essa Commissione ne ha temperato in alcuni casi il rigore; sebbene anche dove la Decima faceva quasi il pieno della Congrua e non era solo un sussidio, la indennità è riuscita troppo sproporzionata al genuino valore di essa. E si avverta che specialmente nella nostra Archidiogesi le decime Yestono sifl'utta natura ; sapendosi da tutti quanto sieno poveri questi benefici curati; tantochè :Monsignor llalclanz i ebbe a meravigliarsene fortemente nel primo chiedere ragguagli sulle nostre cose. Però la Relazione non vaghegg i Lt·oppo la massima << che la Decima PwTocchiale è propriamente una cc pTesta:::;ione s~tssidiaria ; ' ' innumerevoli esempi le stanno contro. Nè ci decanti tanto i dep lomti inconvenienti delle decime , quasi a giustificarne la sùbi ta abol i~ione ; perchè non c'è sconcio peggiore che levare a chi ha poco , e bastonare alla cieca amici e nemici. Ora (duole il dirlo) gli uomini della Commissione nel compilare il loro rapporto hanno fatto pie · na astrazione dai tempi e dagli attuali urgentissimi bisogni; non hanno invocato nessun principio di giu- ~ tizia, di benevolenza; hanno fatto mostm di scordarsi .fino della legge ùrgli 800 franchi; nessuno addentellato lasciarono d i future ripara.z ion i; c con legali sofi sticherìe avvocarono la ~ausa male intesa del GoverJtO meglio che le salde rag ioni della umanità e del dr itto. Si dirà che non vollesi aggravare di soverchi o Jn n. Depositeria.; ma se l'aggravò la legge medesima ! E poi, perchè non ratizzare allora a carico dei

26 possidenti i mes i trascorsi dalla percezione delle decime fino al giorno della loro soppress ione? E così fare un po' più di giustizia ai paerochi, c minore danno al pubblico erario ? Poichè ognuno sa che nell' ingresso acl una parrocchia si ratizzano le Decime a modo di censi a prò degli eredi del defunto pastot·e, della Ammini strazione dei vacanti, e del novello titolare. Mi dicono che l'Amministrazione dei -vacanti in Siena abbia tenuto questo equo temperamento ~verso i clll'ati cui doveva, giusta gli antichi si stemi, le decime. 1\Ia niun partito buono fu preso, niun correttivo fatto all'errore: la benemerita Commissione propose, e Ricasoli approvò. Questo provvedimento insomma (per conchiudere la prima parte) nel modo in cui fù immaginato e messo in opera, è ingiusto ; perchè non rende a egualità quel che ci toglie, e assottiglia di più le nostre esigue rendite. (1) Il governo subentrava negli obblighi dei proprietari; e non dovea com· ess i soddisfarvi ? Forse che noi ci comperiamo la roba ai prezzi antichi ? Se ora il valore è alto, ci darete meno (1 ) La mia Parrocchia di s. Pelronilla ha 527 lire toscane a none a lordo; e le veni va~lO 79 staia c nn quarto di grano, e 16 Darili di vino. 1\Iaggiorc povertà di p ecunia sfido a lrovarla. Or sapete che ind ennit à fu proposta c avprova:a ? 407 FUANf:III c ck :-o-T. ~9 -- Ex ttno disctJ omncs -- n asl i dir e che in generale si è a r ulo scapito o dd quarto o de lla me tà sul ralorc dei gene ri ; come si potrebbe n~de re dal ruolo delle cure che non m~ la SCillO a produrre .

27 quando 1 generi ribasseranno: ma giustà il tenore legale ossenato con noi fino alla soppressione delle Decime , e la equità della cosa riconosciuta in parole anche dal Salvagnoli, si deve Logli et·e norma dal valore corrente. Impolitico, perchè getta lo scontento , la divisione, la diffid enza nell e file dt una notabil e parte di cittadini, e crea nemi ci alle pubbliche istituzioni. Si grida tanto contro i sensi retrivi dei chm· ici; e poi se ne fornisce loro uccusi<)ne? 1\la se si principia a toccargli nella borsa dopo i bei discorsoni dei novelli Geremia sulle loro sorti , i caldi rimetteranno dal loro fervore, e i tiepidi volteranno le spalle alla libertà eh e bestémmieranno nemica, e peggio. Non dirò già che adoperino benf>; essendomi io uno di quelli che non ammettono languidezze o ritrattazioni nel sano modo di pensare in politica. lUa sono un poco da compa tire, perchè l' interesse è qualcosa a questi tempi qui; e non bisogna impromettersi da essi quello che neppure altri sapt·cbbe adempire. E tanto più fu imprudente il partito, in quantot:he se ci è stato un tempo t:he buona pnrte di clero siasi accostata ai principi \ liberali e italiani , è questo sicuramente. Non mi parlate, per cari là, del 48; fu una fantasmagoria, una poesia, un inebriamen lo di sens i da perderei la lesta. Questa volta la discuss ione ha aiutato il sentimento ; e i molti opuscoli, e simpatici indirizzi dci chieri ci piovuti da tutte le parti nelle aule del potere, ne fanno buon testimonio. Il Capo augusto e benemerito del

28 Governo toscano dica se io mi apponga al vero ; e se qualcuno di questi indirizzi provenisse ancora dal mio usciolino: dacchè fu a me che si piacque indirizzare la gentile e ben promettente risposta ai parrochi delle campagne. Bella ri compensa ottennero ! Anelate ora, via, a cercar firme per gl' indirizzi, se vi basta l' an imo; ahimè ! mi accoglierebbero colla pala. Perchè non dovrò dire ancora , che è riuscito inumano e crudele? Mettere alla inevitàbile stretta di acquistare i generi ai prezzi gravosi della giornata, e differire a un tempo che non viene mai lo sborso del piccolo indennizzo, è cosa che eccita raccapriccio. Un povero e vecchio parroco si fece al Cancelliere • di una Comune, e si mise dirottamen te a piangere nel raccontare le sue strettezze. Qualchè altro sì provò a fu ggire dalla parrocchia; e vi dico io che, potendo senza incomodo grave, avrebbero fallo molti lo stesso giuoco. Quale impiegato civile resterebbe al posto vedendosi rattenuta per 8 o 9 mesi la paga? 1\fa noi siamo condannati come le tartarughe domestiche a portarci in groppa chiese e canoniche, atteso le solennità e mangerie occorse ul possesso beneficiale , e quella pesanti ssima inar.novibili tà che ci schiaccia. Un certo co lale bandì a muso duro al popolo che, se non gli portavano da mangiare , i giorni di festa pigliava l' ambulo, e galoppava alla città per buscare la elemosina della messa. l contadini capirono l'antifona, e per nan galoppa.l'e essi in cerca della messa, inviarono presenti alloro pastDre, che, a quel che pare, avea più bi-

29 sogno di essere pascolato che di pascolaTe. Queste non sono belle cose; e non è onore farsi vincere in umanità dai privati. (l) Dove anderemo a cascare con questi esordi ? Ci vo lete ridurre a' beati tempi del Curato di S. Quinlino che suonava a messa coi tegoli? O per troppo voglia di spiritualizzm·ci avvezzame 'a campare d i aria? É cnr i oso sentire certi cortesi scalmanarsi tanto a declamare contro le ricchezze di chiesa; e farci scuola dei consigli evangelici , povertà , mortificazione, abbandono di tutto, con una unzione che ti fa proprio andare in brodetto di giuggiole. Grazie ( l ) Per compier e il ruazzo delle prodezze , si fa ora per ordine superiore una specie di processo addosso a <~hi ha avuto dai popolani qualche miseria di Decima -Bisognava proprio peccare d' imprevidenza per . non accorgersi che in !aluno dei possidenti avrebbe potuto o un senso di pietà per le allrui strettezze, o nn po' di scrupolo per la legge della Chiesa. - Se si pensava a indennizzare subito, questo non incontrava : e ora l' autorità perseguita l' opera delle sue mani. Intanto queste lungaggini eterne nocciono a lutti , e svegliano infinito malcontent~. D'altra pnrte i regali non si rifiutano : si pigliavano avanti l'abolizione delle Decime , e si continueranno a pigliare sino al finimondo. E sarebbe enorme ingiustizia se l'altrui pietà fosse usufruttuala a comodo pretes to di sottrazione alla l ieve quantità d~l compenso. Il Governo ei pensi. Certo, l 'aver chiesto e ìn bruto, indecoroso modo , e strappiìlo in gran parte le Decime, non può passare senza conveniente rimedio ; ma non si creda tanto facilmente a ques:o v~rbo dare . Parlando in genere , io non trovo che male in questo estremo partito ; e consiglierei a smettere odiose inquisizioni per soddisfare a .chi aspetta da t.anto tempo e soffre.

• 50 o buoni amici, del pensiero che vi pigliate della no~ stra salvezza eterna; ma sapete? la S. Scrittura quanto a ·consigli non fa distinzione, gli propone a tutti ; e, se vol ete , ce n'è anche pet· voi. E poi, quando ci sentissimo ispirati a seguirli, vorremmo adempiergli del nostro miglior animo; e voi ambireste ad apposolarceli per forza. Intanto , ecco qui; il reparto non si è fulto che alle spalle dci tapini e dei fat icanti; e copiamlo a rovescio Tarquinia si è principiato a scapitozzàre i pappaveri bassi. Io metto pegno che lo stesso Governo si sarà persuaso dello svarione, non foss' altro per le rimostranze che dai parrochi e forse anco dalle civili autorità gli si saranno mosse. Giocherei pet·ò Roma contro uno scudo che la sola auto1·ità ecclesiastica non ha levato lamenti; nè si è interposta pure a S•)llievo di tanti meschini. (1) So bene che tal partito incontrò la disapprovazione di tutli gli assennati e dotti uomini; fra i quali mì è grato annoverare il mio bravo cugino Avv. Andreucci. Non s' inculca mai troppo ai novelli reggitori che temperino la foga di accatastare decreti sopra decreti. Non si può abborracciare legg i a giuoco di fantasia; cui abbisogna piombo , e non ale. l~ mestieri far bene i conti con le pubbliche casse, e col criterio sovrano della opportunità. Si vuole troppo innovare, troppo creare, distrug- (1) Come sonosi diportati alcuni vescovi in questa faccenda , lo vedrai in una edilican te nola di Lettera c.

51 gerc troppo. (1) E ùove SI e fatto qualchè lunario , non si pensa sempre all'ammenda. Si poteva rimed~are al male col sospendere gli effetti della legge. Lo stesso impetuoso Garibaldi che avea messo fuori una disposizione a carico delle m~nse vescovili, ebbe l'avvedimento di rimutarla. Governi nuovi non dovrebbero irritare nè offendere nessuno. Si poteva anche nel promulgare il Decreto distinguere fra Decime PeTsonali o Sacramentali, e PJ·cdictli o Dominicali, c quelle come più invise estirpare subito, e tenere in vita le altre almeno qualche anno più. (2) Invece si è ambito regalare ai proprietari; ai quali, in genere, non costava poi troppo un simile aggravio; trattandosi di fondi pressoché tutti di nuovo acquisto nel quale la decima, come un debito alle chiese, avea fatto parte di sottrazione. Potevasi anco affrancare la Decima, come adoperò la monarchia Austriaca nel 49; e coi denari ri - scossi provvedere al co!lveniente indennizzo de1 parrochi. :Ma allora si andava poco a' versi dci possidenti che lamentavano inconsolabilmente questa ve?·- gogna del medio evo. E in fin delle fini , quando si era statuito per legge, che almeno 803 franchi toccassero ai più bi so- ( l ) Il Governo provv ìsorio toscano si era proposto hattere altra via. Riscontra la nota alla Lettera D. (2) Qualchè savio Governo italiano ha tcstè adoperalo così. ConsuHa la nota a Lcitera E.

52 gnosi , era spediente prima sparlire le somme, c poi regolarsi nel togliere, o nel concedere, o nel val uture il dritto alle Decime. Ma non era nè umano, nè giusto inseverire coi congrua ti e non conr;ruati; c p et· la natura delle operazioni, fretta nel compierle , e agevolezza di dare in fallo nello estimare le detrazioni dei benefici curati rurali, peggiorare notabilmente le nos tre sorti. Chè a tal e siam noi : dop o promesse, lusinghe , decreti, ci tocca a cantare in coro l' invitatorio dei diavoli; de malo in pejus venite adoremus. E mentre retrivi auda~issimi, liberali annacquati, Gian i dalle cento faccie, e il soli to servidorame alto e basso ingrassano a spese dello Stato, un povero parroco deve invidiare ancora le miche di mense lussuriose. Questi i vantaggi; è tempo si dica ora degli aggravi: e ai lettori il giudizio sulle parlite di dare e di avere. Precipiterò narrazione e riflessi per non essere infinito, e sbarazzarmi da un argomento ingrato. Badate, questi obblighi e carichi non sono nati oggi, e non gravano i soli rettori delle campagne : ma hanno tanto di barba; e sotto il governo di spotico di Leopoldo II. per opera delle subalterne autorità reazionarie fruttavano molestie ben più stl)machevoli. Ma oggi riescono a noi un tantino più incommodì, ùopo la fortuna toccataci delle Decime decimate. I titolari di chiese hanno per legge l'obbligo del Registro e Deposito dello Stato Civile; nati , morti ,

55 matrirnonL Al nostro uso basterebbe una sommuria conoscenza del popolo ; ma per gli effetti civili e politici occorrono di ligenze , e cure, e fesponsabilità non ordinarie. Debbono tenere un Duplicato dei predetti registri, e rimetterlo nei p1·imi 15 giorni dell'an,no successivo a Firenze; decorso il qual termine, gli atti si reputano non registrati , e in conseguenza PENALE nr LIRE 'rRE PER r.uscuN ATTO. ( Cìrc. 10 Giugno 1825) Poichè avete a sapere una volta per sempre che PER OGNl A'r'fO 1\UNCAN'fE O DlFETTOSO c' è q~testa multa di L. 5. ( Circ. 15 Maggio 1819) -Questa è la paga. Ogni mese estratti alle Cancelle~·ie ~dentro 8 giorni: altri menti si manda ·alle cure per lo spoglio a spese dei morosi ( Motup. 18 Giugno 1.817 , art. 10 ) Ma si avrà .cura d' inviare i donzelli comunitativi per la trasmissione dei documenti? Eh no n tanti rigum·di per noi. Si è dato il caso che fino dentro le mura della città abbiano essi rifiutato di pren - derli. Sicchè ci tocca a fare i valletti, o a pagare. La legge contempla anzi la ipotesi che i curali per coteste trasmissioni si servano degli espressi invia t i loro p e1· p or-tare le lettere di richiamo; e siccome si dovrebbe a quelli la indennità di gita sulla cassa comunitat iva sì per l' accesso che pel 1·ecesso, dandosi il caso fatto , la indennità per la 1·ata di ?'itorno è accollata ai Parrochi. ( Circ. 10 Giugno 1825) Ogni anno poi rimettano nell' April e la riepilogazione numerica dello stato delle anime in note separate giusta le va1·ie comunità onde formansi le Parrocchie.

54 - lo non vi dirò che tutto questo sia un gran che; ma imposto per obbligo, senza il ristoro di un centesimo, e con quella giunta non troppo morale ed equa del dover pagare, sembra veramente un peso da non portare. A lamenti mossi in proposito da me al Cav. Attilio Zuccagni Orlandini Capo della sezione mini steriale dello stato civile sotto la passata patenw ammini strazione, rispose che esso aveva abolito le penali , quantunque ne fosse ripreso dai superiori. E m' inviò cortesemente un foglio in istampa dove si mostrava la convenienza di far capo ai parrochi pei dati della statistica, e si tesseva insiem~ un caldo elogio al nostro ministero. Io replicai che potevamo aver obbligo a lui di tanto gentile risguardo; ma che non ci era sicura e consolante malleveria la bontà di un mini stro di fronte ai successori, e alla inflessibilità della legge. Tornai _però a protestare ,altamente (e ora fo altrettanto, perché il dritto non guarda in faccia a governi liberali o retrivi ) intorno alla inammissibilità de11a cosa j notando che i nostri magri provvedimenti, non che ai tanti civili, non erano pure adequato compenso agli uffici mcramente ecclesiastici. Il Cavaliere non fiatò più. Ora pronosticano che questo stato civile in mano dei parrochi passi burrasca; e, se lo esempio di Pepoli sarà ' secondato, noi che abbiamo registrato tante morti segneremo anche quella dello stato civile; e senza piangere. Perocchè ci piace servire lo stato; ma questo ricamb!o d' ingratitudine ci fa proprio nodo alla gola. E bi&o-

35 gnerà che sì retribuiscano allora gli addetti a queste faccende; e ved remo se basterà la ingente somma di ar gento che danno a noi ! E lamentano a gran voce per ehè questo stato civil e sia tenuto mTendarnente ; e in parte sarà vero; e ciò nqn torna a onore d t'li .neghittosi. Tantochè negli spogli pel suffragio univerS{l le, e l' organnmento della guardia nazionale, si videro prima del giudizio ri suscitare i morti. Ma quel gr atis oltre a fare onta alla giusti zia, incoraggia anco que11a benedetta inerzia e negli genza che si deplorano ; per chè dovete sapere che non c' è pad rone peggio servito di quello che non paga mai. Stipendio infatti io non vo' dire quella tenue r icompensa che afferivasi ai cosi detti più diligenti ogni tre o quattro lustri. La quale avec;t sembiante più di grazia che ùi giustizia ; e bi sognava strapparla per una istanza. E gli onesti e gl' indipenden ti se ne r imanevano, pensando avvilirsi. Ma il presente governo ( è un onore che gli va reso ) pare che cerchi da se i meritevoli ; e nella nostra Diocesi ottenne il piccolo guiderdone qual che parroco onorando che per meglio di 40 anni serviva lo stato senza averne avuto r etr ibuz ione di sorta. E quasichè i cristiani ci dessero piccolo impaccio , fino alle besti e volevano estendere la nostra temporale giuri sdizione. E un accurata bestiale statistica ci fu , non ha guarì, commessa. Trattandosi di bestie, il nostro uomo vecchio s'inalberò; vedemmo in ri sch i la dignità pastorale, e facemmo un colpo di stato de' più

56 tremendi, negando. Tanta unanimità di proposito , e coraggio civile così sfolgorato fruttarono egregiamente; e le bestie questa volta ebbero la peggio. Con lo stato civile si sa che vengono tante occupazioni, noie, e impacci da non dirsi a parole. A ogni no-..ità che importi siamo sempre in ballo noi. Tocca la volta dell'arruolamento, faccenda delicatissima e di capitale momento; e noi dobbiamo rendere conto di tutti i nati nei tali e tali anni. E questo vada; ma ad una cosa non ho potuto mai sobbarcarmi senza ribrezzo. La coscrizione si sa che è il brh' ido dei poveri padri e madri di famiglia; sebbene oggi farebbe mestieri che risorgesse la virtù maschia antica per cui non si aveva a sventura dare il nome alla milizia; caniera onorevolissima su che posano le speranze della nazione. Ognuno cerca di met-· ter fuora ragioni per la esenzione dei flgli; spesso fondate e oneste; più spesso mendicate e futili. Volete credere che per causa 'eziandio di salute, infermità agli occhi, malcaduco e simili malanni, vogliono le nostre informazioni? E noi dobbiamo interrogare il popolo se il tale vizio c' è o no, a rischio che questa bella parte, come accade, venga a risapersi dai genitori e congiunti che trepidano sulla sorte dei cari; tantochè agli occhi di essi siamo i congiurati contro il loro bene e felicità. Poichè, per ordinario, poco o nulla si verifica delle magagne obiettate; e bisogna agli svogliati afferrare un fucile e andarsene. Nè basta; è d' uopo !asciarne un certificato.- O i

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