Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

L.\ TOIH\Il DI NùNZ~ = Però io 13 reputo faccenda fatta , dacchè pel' quanto mi è dato penetrare nel cuot'e altrui, la zitella non avendo impegni coiupiacerà volontieri ai vostri dcsidcrii cd ai miei. = Ah! apt'endo gli occhi c dirizzandosi in piedi come per via di scatto di molla esclamò il prete da capo: voi mi rimettete il cuore in corpo : su via presto: usciamone pct' carità , sentiamo la Catalina . .. aspettHtc andrò io a chiamarla ... = Eh ! vi pat'c? disse Orsoantò scendendo dall 'albero ; = ma sì , it prete era schizzato via , e corso Ycrso la scala montava gli scalini a quattro a quattro urlando tuttavia con voce da cavare i travicelli dal posto: = Catalina! o Catalina ! Catalina ! dove cliacine vi sicle ficcata ? " La Catalina ·però non rispondeva, c cotesto silenzio di sinistro augurio rinfocolava nello spirito del buon sacerdote le fmie appena sopile , scnoilchè Ùt'- soantò ansando con la lingua fuori sopraggiungeva a consolarlo con queste parole : = ~fa prete mio, s' io non sapessi che voi fate professione di cacciare il diavolo· dal corpo altrui, per me crederei quasimente fosse entrato nel vostro ... vi par egli che una zitella dabbene voglia rispondere alla prima voce che la chiama ? O va! che voi l' avreste allevate unicamente le vostre figliuole .. . curato: lasciate fare a me. " Orsoantò così dicendo aveva ragione in astratto, in concreto poi se avesse potuto con Io sguardo. penetrare oltre la parete avrebbe visto il suo torto manifesto, imperciocchè Catalina sentendosi chiamare, inalherata:;i lutfn ·in nn attimo più clw mezza si t'Ìzzasse

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