Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

1..\ rUHil!'; IJI :'iONZ \ ]lOI m giovani · qua~i Ue\·anda saluta1·e aJI' auirna e al corpo le amministrasse1·o (3ù). = 1\Iessi così i giovanotti su la strada maesll·a procedevano da principio impacciati a mo' di pulcini dentro la stoppa, e l'uno l'altro guardava con imbm·azzo, (}Ualchevo1ta ancom con sospetto; ma quanto più camminavano tanto più scioglievansi, c l'uno scuoprcndo le qualità dell 'altt·o ammirayansi, piacevansi, e pet· ultimo si amavano di quell' ot·dinato amore, che come ho detto, è fondamento del santo matrimonio. Insomma il cammino dei coniugi corsi nel mondo si rassomi - glia al viaggio imp1·cso per comando di Dio da Abramo in compagnia d' )sacco sul monle. Se uno avesse domandato all 'altro: = Dov' è ramot·e? - Questi gli av1·ia risposto con le parole medesime che disse Abt·amo ad lsacco allot·chè l~ intet·t·ogava : . = Babbo mio , dov'è la vittima? = E Abt·amo di rimando: =. Dio provvederù. = Di fatto Dio provvide. •< Qu! Orsoantò, che fra i Toscani avcn1 ·app•·cso il vezzo di mottcggiarc, tanto non si potè tenere, che lui intermmpendo non dicesse: = In vcriLù provvide, ma ricot·daLc voi che cosa? « Il pr·ctc infervorato non pose mente al ~orriso che inct·cspaYa le labbra al beffardo, epperò ingenuo soggrunsc: = Sicuro eh' io lo so: la sauta Sct·ittlll'a dice che provvide un pecoro ... « Profferita appena la malul'iosa parola, all'intelletto ùel povero pt·ete Settembre, balenò la insidia del tristo dottore, ond' ei si pt·esc a guardar-lo di travet·so come colui che di questa maniera di facezie et·a va go come il cane delle mazze; scnonchè l'Alessandrini vedendo dt~ ww par·l e la umla par·ala , e dall'all1·a rhc l ~

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