Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

in cui io osset·vai dipinta la immagine del ·Rede.òtore &opra la portu d'uscita del Monte di Pietà di Livorno. = A rivederci a domani. . . o domani l'al tro; = egli concluse nel tòrre commiato, prendendo tempo pet· ogni buon rispetto; al che l' Orticoni rincalzando opponeva: = Fate Yoi , ma rammentatevi che voi stesso mi avete ammonito pur dianzi ·, che chi ha tempo non aspetti tempo; di vero un oggi val meglio di due domani , e bisogna battere il ferro quando è caldo. • Prete Settembre per sottl·arsi al dolore delle ferite che gli venivano recale con le sue medesime armi, saltava gli scalini a quattro a .quattro, perciò a mezzo dei · proverbi dell 'Orticoni egli aveva svol tata la scala e polè fingere onestamente non gli avere sentiti , e quind i non tenuto a risponderei. • Per paura di essere chiamato addietro dapprima si allontanò di corsa; dilungatosi, stette alquanto affannoso; poi ripreso a passi lenti il cammino incominciò ad almanaccare così: = Tu, Settembre mio, talvolta ti tieni cervellone da darne a prestanza; e più. che non fa di bisogno ti trovi spesso corto da piedi : questo poi deriva dallo aver tu poca fede: ora in questo fondamento me1ti l'ancora, che quando l'uomo con buona intenzione procura opera lodevole deve sempre sperare che Dio lo aiuterà; inoltre secondo il giudizio umano, il ponte dell'Asino· tu lo hai passato: in queste faccende il difficile sta ·nel trovat·e marito, drca a moglie per ordinario ai padri non pare mille anni che le fanciulle non invecchino in casa ; va franco , va : quando hai il santo presto fatta è la nicchia. Orsoantò già ti abbraccia a corpo perduto, 1i abbracCia Angiolamm·ia sua moglie, più di tutti ti abbraccia la figliuola

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