Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

52 LA 1'01\RE DI XOl'iZA poscia Ìegatolo lo flagellassero con le ortiche di santa ragione. Io, che Scncca non fosse stinco di santo di lcggicri concedo, ma che a guisa di Satiro rincot·resse le donne del Capocorso veramente non mi sembra credibile senza far caso , che le femmine del Capocorso a quei tempi remoti (delle pt·esenti non parlo, che tt·attandosi di femmine, massime còrse, vuolsi andare cauti con la lingua ) pet' leggiadria di forme c per· venustà di costume rimpetto alle dame romane doveYano stare come le Furie alle Gt·azic. Gli è vet·o, che tm il popolo nostt·o corre il prov'cl'bio come il diavolo in tempo di C<ll'estia si mangiò le ciabatte ,· ma per me considero le novelle mero trovato d_ella vendetta immortale dei Còrsi (28l . •< Scendo , non ahbiate pama , io scendo , dacchè voi non mi consentite, che prima di abbandonarlo per sempre io volga lo sguardo anco una volta , pm~ ridirvi poi quanto magnifico si distenda in ampissima curva il golfo di San-Fiorenzo, e dei colli del Nebbio, della iso~a Rossa c di Caccia , incot·onate perpetuainente di olivi come i sacerdoti di Palladc, ed una volta all' anno di pampini a guisa di Baccanti ncìlc feste dionisiache, c pi~ lontano le vette inamabili tlel Niolo, coperte sempre di neve, avvertimento o minaccia come tutto quaggiù (sieno uomini , sicno cose) aspetti di essere ravvolto dentro un medesimo lenzuolo mortuario ; voi non mc lo consentite, cd io non ve lo chiedo nemmeno, impcrcjocchè toccandomi a scendere bisogna che per quc$tC balze io atte1_1da dove pongo i piedi, non possedendo un altro collo, nè due altre gambe di risct·va. " Eccomi pertanto giunto a Pino, cd ecco che ho PCI'COl'SO parecchie miglia senza- fintm·c : adesso poi, eh<.'

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