Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

LA TùniU: DI ì'\ùXZ.\ muso; in altt·a guisa a quei tempi non sapeva 111 Ft·ancia palesarsi il rossore! Or be'; non passa intero un quartQ di secolo costà l che un re l anzi lo stesso fratello del decapitalo Luigi ebbe a sudare acqua c sangue per difenae1·e dalle mani dci Francesi spasimanti pel set·vaggio lo straccio di Libertà, ch'egli git-· tava loro pet· crepunda chiamato Cm·ta. Un re dunque, e questo merita ribadircelo bene nella mente , sentì vergogna per la causa liberale di Frftncia. Un t'C provvide al pudore della Francia, onde non avesse il mondo a pensare, ch'ella fosse durata ·dieci anni nhbriaca, superando ( come costuma sempre nel male ) gli antichi A.bderitani, che ci rimasero tt·c giorni. Un re si prese cm·a di nascondere alle genti, che i Francesi nel sovvertimento degli ordini reltgiosi, ci\·ili c politici, nel diluvio del sangue sparso furono mossi da ghit·ibizzo ~guale a quello, che innuzzolisce i monelli ad appiccat·e il fuoco ai pagliai per godersi il falò . - Luigi XVIII dicono morisse disperato, che la Jjbertà durasse in Ft·ancia dopo di lui ; affermano, che si facesse lavorare abbastanza larga la bnra , affìnchè t'C· stringendosi alquanto, ella potesse dormigli al fianco ; e cet·to è poi, ch'egli morendo sospirasse: « Poichè ti gat·ba, o Francia, stm·c in gabbia, e tu slacci ». E ci stava da sè senza pcnsat·e .n è volere uscirnc: qumid'ecco il malcauto Carlo X, che le intende chiudere il cancello, e tenercela pet· forza ; allora la ripiglia il capriccio della Libct·là, e fmcassati i cancelli del serraglio salta fuori vagando c ruggendo pct· le vie di Parigi. In capo a tt·e giorni il popolo francese simile al lione della Signoria di Firenze per lunga prigionia diYcntato manso, punto dal desidet·io d('IJa profenda c del prcsrpio consueti rilot·na spontaneo alla ralcna.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==