Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

I.A TORRE DI NONZA 133 = Ah ! voi mi vor·t·estc castigat'e? Bt>'; e si mi saltasse in lesta, esempigrazia, di mettr t'<' fuoco alle polver·i <' bntlat·e addosso a voi cd ai compagni \Ostri la tor·re di ~onza, mi fareste il piacere, capitano, ù' in - formanni qual castigo mi dareste \oi ? = Ah ! voi non lo fare ·te ... non lo potete fare . . . = Sentiamo, via, per·chè uon lo potr·ei fare; ci avt·ò gusto a sapet·lo. = Perchè questo non si chiamerebbe fare a buona guerra ; e d i tale maniera partiti praticansi unicamente dai b:wbat·i. = Ilo capito; per non venire in fama di bat·bat·i e' ci sat·à mestieri rlifender·ci come garba a voi alt r·i, fì01·e di civiltà, che ci cascale addosso pet· levarci il il vivere libero. = Signor comantlantc, voi siete, io mi compiaccio a ct·ederlo, a sufficienza perito nelle cose di gucr·r·a per conoscere come i primi capitani dcl .mondo inyece di scapitar·r crebbero nella riputazione, t·endendo a patti onorati le fortezze, le quali giusta le regole della buona milizia non si possono nè si devono difender·c. = Ot·sù; io vado a norma dell 'obbligo di comandant e a consultare il mio consiglio di guetTa; voi non vi muoverete di lì , e fintanto ch' io non r·itot·n i . aspettate. = " Trascorso spazio di tempo, che par·ve al capitano Vaudemont, c veramente fu lungo, il capo del comandante Casella si vide sbucare fuori dal parapetto del ballatoio, donde egli riprese il colloquio dicendo: = Il consiglio non ha deciso anche nulla: dichiara riserbarsi a faelo dopo che avrà sentito i patti.. = Domandate voi. Il signot· maresciallo mi commette parlecipat·vi ch' egli per· quanto spetta a lui si 1.7

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