Francesco Domenico Guerrazzi - La torre di Nonza

102 LA TORRE DI NONZA carnovale impregnò la Malignità immascherata da donna di garbo, nel gineceo della Pedanteria, la qu~le a suo tempo partorì la Critica. Le Muse allo apparire della losca e scrignuta scapparono via, c la Critica rimase alle mani della Mali'gnità, che a st1·anguglioni la respinse a casa. Ma ciò non fa caso; egli è pur vero che questo tuo menare il cane per l'aia mi ha ristuceo , epperò interpretando la volontà altrui intendo capitolare teco. Se raccontando i costumi cò1·si tu accetti queste tre condizioni : primo, che tu abbia a rimondare il racconto da tutte l'erbe parassite e le foglie morte; secondo, che tu lo faccia a passo di ca1·ica; tet·zo, ch'e' non duri oltre i dieci minuti, al più .dodici , ti1·a innanzi, se no, no. = Se tu per avventura ti credi ch' io abbia a rispondere, o Mamerto, come Aristodemo a Palamede: • Il primo accetto , ed il secondo patto , • Il terzo io lo ricuso .. . • tu t'inganni a partito: gli accetto tutti e tre., anzi sul terzo ti rendo cinque minuti, chè li cinque restanti mi sono di avanzo. = La Catalina il dì delle nozze attese lo sposo nella camera sottana circondata dalle donne di casa e da quelle del parentado : in capo aveva la cuffia bianca, ed intorno alla cuffia il fazzoletto di bambagino acconcio in modo che due delle becche pendevanle giù pe1· le·spalle; le altre due diritte sul capo avevano garbo di cresta, e cr·este per lo appunto chiamavansi: intorno alla gola le ricorreva un collarino di tela increspato distinto col nome di riccia: vestiva un busto di scarlatto alto, aperto davanti, allacciato con passamani copiosi di seta a nappe, e in mezzo il busto di sotto ai passamani a guisa di

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