100 IL MO roPOLIO NELL' ECONOMIA MODER rA merite non gli bastano i danari per provvedersi ad una volta neanche per soli otto. giorni. Ma queste difficoltà non sono insormontabili: se egli è affranto di fatica, la donna, il figlio possono andare attorno per lui; e forse il colono si contenterà anche d'un acconto .... Ma dove andare ? a chi rivolgersi? Il frumento è ne' granai del monopolista; le mercan - zie sono ne' suoi magazzini. Non ci sono in questo paese produttori che vendono: il padre putativo della produzione, che è il monopolio, ha usurpato dappertutto il posto del padre naturale , che è il lavoro. E la legge del monopolio comanda che si facciano nella rivendita de' prodotti incettati due prezzi, uno a chi compra al1' ingrosso, un altro a chi compra al minuto, il più mite allo speculatore e al ricco, il più grave all'operaio e al povero. Metti ti dunque l'animo in· pace, operaio raziocinatore, e batti alla porta della tua solita bottega, metti ti nelle mani del tuo santo protettore ·cui hai dovuto votarti ne• / gli otto o quindici giorni antecedenti alla paga. Il tuo omo , puta caso, è ones.to, inappuntabile, q>d"- gari un tantino bigotto, e può darsi che qualche volta non misuri la mercanzia , che ti da, con pe$i -adulterati. Egli però conosce bene la legge econo)ziica-sfacciataroen te monopolistica-della dimand~ e dell'offerta, e pria di metter su negozio si è fatto un certo conto e un certo programma che guai se Gu li risapessi !. . Basta, fatta ragione al suo utile qualunque esso sia, egli vende del resto la roba al prezzo del mercato; vale a dire che se vi sono mill~ bocche oggi che aspettano come la tua il tozzo deI pane, tu, affamato n. 1001, devi contentarti di marigiar meno o aspéttar la dimane; se la fame poi è permanente, prendi quel tanto che ti spetta e più non dimandare; prendi, s' intende , e paga , anzi meno prendi e tu più paga. Caso mai il nostro operaio fosse non sappiamo se dire così astuto o così ingenuo da muovere lamento di BibliotecaGino Bianco
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