Saverio Merlino - Revisione del marxismo

I • • ) •.. r • • PRI~A PAR1'ID SOCIALISMO ID MA~XISMO • non potrebbe dipendere, come vogUono j collettivisti, dalla quan- r tità di lavoro incorporato in esso, ma dovrebbe essere determinato sempre dalla djmanda e dalla offerta (1). E confuta le ragioni dei colletti visti. Questi credono che il gioco dell'offerta e della dimanda sia la· causa ultima del pauperismo e dello sciopero e dello sperpero at- , tuale delle ricchezze, mentre la causa è nell'appropriazione dei mezzi -di produzione da parte dei .Privati. Dippiù essi credono cli introdurre la giustizia nella distribu- ~done delle rjccher,r,e. Ogni lavoratore sarà pagato con buoni, in ' proporzione òel nu1nero di ore di lavoro, che egli avrà dato; i beni saranno' stimati in ragione della quantità di lavoro che sarà stata i.mpiegata a produrli; quindi quegli ~he nel mese avrà lavorato n ore, avrà diritto. a prodotto di n ore di lavo;ro sociale, .e così ciascun operaio riceverà il prodotto integrale del suo lavoro, e .la gh1stizia trionferà. Disgraziatamente osserva il La,ndry, questa mani.era di stabilire i prezzi non avrebbe nece sariamente il risultato che se ne aspetta. Prodotti che costano la stessa quantità di lavoro, possono avere utilità inegualissime, e quello che si compra sono le utilità,· non il lavoro. Quindi aivverrebbe che dapprima tutti domanderebbero i beni utili che costerebbero poco; e solo dopo che questi. fossero stati distribuiti, si ricorrerebbe agli. altri. La sod- ,disfazione dej bisogni sarebbe irregolare, e i prodotti non andrebbero \ . a, quelli che ne avessero più gran bjsogno. Perch~ molte co'se, anzi tutte (n1eno poche derrate di. q11alità inferiore), sarebbero richieste in, quantità rnag0 'iore di quella che potrebbe essere prodotta. Ora -eome si Ùlirebbe a sapere chi ne avrebbe più bisogno? ' Bisognerebbe ripartire la quantità eRislente pro rata a tutti i . . postulanti; ovvero distribuirla secondo. l'ordine cronologico delle domande. In ambedue i casj, non ~a,rebhero i maggiori bisogni ~ (') Albl l(•oritl llllll'Xi.ta (1Cl valùl'C il LHllÙl'Y ohivlla: 1°) •hp ì\lf:ll'X (l:'I (·1>11H', prinrnrio un fatto che in realtà è derivato. Il valore delle merci è determinalo dalln • loro u LiHtà <' iudirett amente òalln. difficoltà di procncciarsele. Quindi le cose ebe non costnno cbe del Juvoro, si cambierunuo in rugione Cl()lcosto. Ma questa è uua conseguernr.a; 2°) -che il fatto considerato da Mar~ è ben lungi dall'essere cosi generale come Marx suppone. I beni nel valore dei quali entra lu rendita, sono 1a immensa rnaggiori:una, mentre nella dottrina marxistn figurano come cccer.ioni . .. DapvcrtuttCJ si tro,vano ren<'lite più o meno elevate: la concorrenza perfetta, qucl1a che sarebbe necessaria perchè il valore dei beni si misuras e nel modo eh<' dire Mnr.x, non si. ritrovn in nessun luogo. .. . ' • BibliotecaGinoBianco

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