F.S. Merlino - Questa è l'Italia

F. S. MERLINO compiuta col capitale dei possidenti o dei fittabili agiati. Il cafone, appena convintosi della necessità della trasformazione si gettò, egli, povero, senza un soldo, perfino indebitato come era talvolta, contando solo sulle sue braccia e la sua forza, sull'aiuto dei suoi figli e su qualche centinaio di lire che poteva prendere a prestito dalla Banca Popolare o da un usuraio, oppure che la sposa gli portava in dote, nell'impresa audace di cambiare in ricchi vigneti terre abbandonate e quasi incolte. Affittando la terra a migliorie per dieci o quindici anni, il povero diseredato si metteva con la moglie e i figli al lavoro, faceva lo scasso, circondava il suo pezzetto di terra di muri a secco e piantava alberi e vigne. Per i primi anni pochi fagioli, gualche cocomero, un po' di cotone gli davano tanto da non morire di fame. L'uva spunta solo al quinto anno; al sesto il fittavolo ha un poco cli vino; al settimo un mezzo raccolto d'uva compensa le piantagioni annuali ch'egli non semina piu. Dopo il decimo il raccolto dell'uva è completo e già comincia quello del mandorlo e dell'olivo. Il nostro uomo vede finalmente realizzarsi le sue speranze a lungo accarezzate: quegli alberi che ha piantato, innestato, coltivato, di cui ha avuto cura come fossero bambini, che ha visto crescere poco a poco, a cui ha rivolto quotidianamente un sorriso affettuoso e spesso la parola, ebbene I quegli alberi, quelle viti, tutta quella ricchezza scompare dinanzi a lui. Il limite fatale del contratto è scaduto: sarà cacciato via. L'infelice, roso dal digiuno, invecchiato da dieci anni di duro lavoro, senza piu speranza per il resto della vita, morirà iq prigione o all'ospedale, mentre il suo padrone, il possidente di Andria, di Barletta, di Trani, di Corato, di Terlizzi, di Ruvo, di ogni luogo, insomma. si è arricchito! :,s Del pari in Lombardia, le grandi migliorie agricole sono state fatte dai, fittavoli. I proprietari non hanno sborsato un soldo; ma non hanno mancato di aumentare gli affitti. 36 Dovunque il contadino lavora, il proprietario raccoglie; l'uno risparmia, capitalizza, crea la ricchezza, l'altro alza gli affitti e aumenta il valore della terra. Dal 1860 al 1880 gli affitti sono aumentati incessantemente. I vigneti italiani che rendevano 17 milioni nel 1870 ne hanno reso 30 nel 1880. Il ministro Magliani ha constatato nel suo discorso sul bilancio preventivo del 1879 che i profitti tratti 35. Rapporto di M. Bodio, in « Annali d'Agricoltura e di Commercio », 1879. 36. Jt'.CINI, Inchiesta Agraria, voi. VI, fase. I, p. 1478. Biblioteca Gino Bianco

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