F.S. Merlino - Questa è l'Italia

LA CONQUISTA 41 poli~ congedava 400 operai. Le campagne· di Casoria e di Castellammare perdevano i ricchi proventi dell'industria della robbia che serviva a tinger di rosso i pantaloni militari. I filati di cotone di Piedimonte d'Alife attraversavano una crisi gravissima 33 • L'industria cartaria, quella della seta e della lana, un tempo tanto fiorenti da Salerno a Catania, quasi si estinguevano. Le fabbriche di cappelli di feltro, di pelo e di lana. si limitavano a confezionare per il consumo locale i modelli preparati dalle fabbriche del Piemonte e del Milanese. L'industria della conceria dei pellami e la manifattura dei gu~nti nella provincia di Napoli andavano anch'esse decadendo. La fabbrica di coperte di lana che occupava nel 1850, 1.000 dei 3.500 abitanti del Comune di San Cipriano Picentino · (Salerno) e che nel 1860 produsse 34.000 coperte per un valore di piu di mezzo milione di lire, nel 1887 non occupava piu che 121 operai con 12 telai, di cui uno solo meccanico e quei un operai lavoravano soltanto 120 giorni l'anno 3 '. Tuttavia, a malgrado di questa decadenza dell'industria, il reddito fondiario aumentava incessantemente. Strano fenomeno! esclama lo Zerbi. Ma tal fenomeno si spiega facilmente, ove si consideri che erano cadute le barriere fra le provincie, e poiché i pochi tronchi di ferrovia costruiti nel mezzogiorno erano stati disposti secondo gli interessi del Nord industriale, la produzione agricola dell'Italia meridionale era stata accaparrata dal Nord. Perfino la terra, in molti luoghi era andata a finire in mano dei settentrionali: da Foggia a Bari e ad Otranto si incontrava una folla di industriali, di commercianti o di società dell'Italia settentrionale fra i proprietari terrieri. E poi, bisogna tener conto della trasformazione dell'agricoltura a cui si. ricorse in causa della crisi cerealicola. Ecco in verità uno strano fenomeno. La trasformazione dei campi di grano in vigneti, il dissodamento di terre già rimaste incolte, la maggiorazione di quelle che erano state deprezzate, infine la rigenerazione economica dell'Italia meridionale in genere, in particolare della Puglia. è dovuta ai proprietari? No, ai fittabili agiati? Neppure: è dovuta almeno per nove decimi ai cafoni, ai contadini, ai lavoratori piu poveri, veri figli della terra; e soltanto per un decimo essa è stata 33. ZERBI, La miseria a Napoli, <• Nuova Antologia », 1879, p. 754. 34. « Annali di Statistica Industriale », fase. XII, pp. 47, 48. Biblioteca Gino Bianco

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