Lettera con cui Vincenzo Gioberti si associa alla Giovine Italia

70 AGLI AI\IICI dagli Austl'iaci. Egli ~ possibile che le rifo1·me, prendendo! i alle spalle, li facciano avvanzare più rapidamente che altri nelle vie del progresso. Il popolo, a cui la costituzione dà il diritto di esigere, può parlare alto, e all'uopo comandare colla sommossa; ma colui che è ancora nella schiavitù, non può che cantare i suoi bisogni, per fame sen t ire l'espressione, .,enza troppo dispiacere. Profittate della menoma con .. cessione per riunire le masse) non fosse che per attestare riconoscenza; feste, canti , raduni, rapporti numerosi stabiliti fra uomini d'ogni opinione, bastano per far nascere delle idee, e dare al popolo il sentimento ddla sua for~a sen~a render/a esigente. u 2. I GRANDI. >J Il concorso dei Ga·andi è di uecessilà indispenubile per far cre.scel'e il riformismo in un paese di feudalità. Se voi non avete che il popolo~ la diffidenza nascerà al primo passo, e tutto sarà perduto; se il movimento è condotto da alcnni grandi, questi serviranno di passaporto al popolo. L'Italia è ancora quello che la Francia pl'ima della t·ivoluzione; ha bisogno dei ~uoi Mirabeau, dei suoi Lafayette, e tanti altri. Un gran s'gnor~ può essere ritenuto da interessi materiali; ma si può prenderlo per la vanità. Pochi vogliono andare fino al fine. L' essen~iale si è che il termine della gran rivolu~ione sia sconosciuto. Non lasciam mai vedere che il primo passo da farsi. ' '

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