Francesco De Luca - I Fasci e la questione siciliana

- 19sterminata serie di liti che insorgono - come ben sa chiunque eserciti l'avvocatura in queste contrade - fra gli anzidetti proprietari per ragioni di confini, difficili a precisarsi stante lo sviluppo naturale dei giacimenti solfiferi; e si comprenderà quanti inceppamenti ne soffre l'industria mineraria, il cui probabile prodotto è impossibile prevedere e quindi regolare. Data invece la proprietà collettiva del sottosuolo ed una, non dirò altro, associazione degli industriali, disponente di grandi magazzini sui punti d'imbarco; con una elementare operazione d'aritmetica si saprebbe la quantità dello solfo disponibile, ciò che renderebbe facile fissarne un prezzo adeguato alle fatiche e ai capitali impiegati; prezzo che l'estero non potrebbe rifiutare, non avendo altre solfare ove provvedersi. Ma andate a. parlare di proprietà collettiva o di cooperativa di produzione a questi industriali ingordi, non miranti che ad arricchirsi personalmente la mercè di una concorrenza che sviluppa in essi tutti gli spiriti della combattività più bestiale! Vi ridono in faccia e seguitano ad almanaccare sull'abolizione della tassa d'esportazione dello solfo, su i sindacati, sulla Regìa del prodotto e che so io; cose tutte che non hanno altro merito che di spostare la questione. Il punto vero del problema solfifero non isfuggi al Congresso dei minatori di Grotte; in cui, prima d'ogni altra discussione, si affermò la necessità che la proprietà del sottosuolo diventi collettiva; ciò che valse a smentire la calunnia che nei Fasci si predicasse la spartizione dei beni. Ma i socialisti comprendevano che il collettivismo della terra non s'improvvisa e perciò, nel menzionato Congresso di Grotte, si diedero a risolvere una serie di questioni importantissime e di soluzione più immediata. La prima era. la camorra dei proprietari del sottosuolo, che, senza muovere un dito nè arrischiare un quattrino, prelevano sul prodotto ottenuto un diritto che si eleva fino al 22 per cento, il quale, unito ad una esosa tassa d'esplorazione fatta pagare all'industriale, costringe questo a rivalersi affamando l'operaio. Bib. oteca Gino B,a..,co

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