Massimo d'Azeglio - Discorso ... e altri pronunciati ne' banchetti tenuti in Pesaro

'22 DISCORSO PRONUNCIATO IL t3 SETTEMBRE t847 , \ Se io, nalo di altra ciltà, giovine c povero d'ingegno, ardisco favellare a Voi, present·i un MASSHVIO n' .A.ZEGLIO ed ùn PIETllO PETR.UCCI, gli è perthè so, che Je mura rhe ci dividono non sono i confini d'Italia; eh è a ciascuno, quantunque piccolo, è concesso gittare Ja sua pietra pel grande Edificio della r;ostra Indipend-enza; chè :N'IASSIMO n' AZEG·LIO c PIETR.O. PETRU CCI hanno 11 cuore pari aJla mente. ~Ed io dirò parole che vengono dal cuore, e quali il cuore Je~ ha conce.tt e. Un popolo non può essere indi pendente se non è forte. La fortezz.a non si compone delle singole parti, ma da tutte le parti in un assieme ordinatamente riunite e concordi. Le piccole cose per la C,oncordza crescono e aumentano nerbo, le grandi per la .Dt'scordia ven~ono meno. Noi Italiani ereditam1no dagli Avi delle memorie, che per essere gloriosissime, abbiarno con ... vanto ridicolo tuttodì ripetute a cui piaceva e non piaceva. v-irtù di morti ·è rimprovero ai vivi ! Meglio era si fossero da noi studiate le cagioni che fecero invincibili e fortunati que' nostri Padri, i quali all'Italia diedero corona di Torri, ed Antartico e Boot e a confine. Poscia, da tanta altezza d isrendendo in basso, cercare )e cagioni della miseria uostra; e come la Regina delle Nazioni ad divenisse schiava, la Dispensatrice dei Regni fosse di-

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