Filippo Turati - Il delitto e la questione sociale

- 118 - religioso, affermata da troppo fervidi raziopalisti, in base a fatti isolati, che ci colpiscono appunto perchè eccezionali, ci sembra ne/I' ordin~ storico un errore, che conduce a negare la legge di causalità, e dipende dal giudicare, che quei filosofi fanno, l' animo delle moltitudini alla stregua del loro proprio. È noto che vi hanne, due ateismi: v'è I' ateismo, tutto negativo, dei bimbi e di certi selvaggi, delle menti ottuse e dei cuori afoni, che nasce, come quello del1'albero o della pietra, da impotenza di astrarre e di sentire; e v'è I' opposto ateismo delle menti più colte e' delle coscienze più audaci che, passate a traverso le fasi di astrazioni sempre più vaste - feticismo, politeismo, monoteismo, panteismo - raggiungono nell'ateismo riflesso il più alto grado di emancipazione del pensiero, e convergono alla specie umana e agli esseri reali e senzienti quel calore di affetti che altri dilapida e raffredda nelle vie lunghe, deserte e desolate dei cieli. Per negare in modoconcludente la efficacia della fede sulla condotta, bisognerebbe non solo tener conto dei casi che sembrano infirmarla, ma eziandio di tutti quelli in cui il sentimento religioso trattenne dal mal fare, dei quali la prova positiva è evidentemente· impossibile .. Non perciò stolidamente deploreremo la ruina del misticismo, d'altronde inevitabile; ma ne dedurremo piuttosto la sempre maggiore urgenza di sostituire ai freni religiosi, alle promesse tranquillatrici d'una giustizia d'oltre· tomba, sognata dall' insania semitica, la realtà· 13bi oteca Gmo Bianco

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