Osvaldo Gnocchi-Viani - Le Borse del Lavoro

- 28- « Che la Borsa del Lavoro non de\'e servire a dare stabilità al commercio a casaccio della mano d'opera, nè a ç0nsegna1·e ai pad1·oni i lavoratori isolati; « Che essa deve essere i1wecc 1.m mezzo pe1·poter de– tiwminarc e organiz1..arelecondiziom dei salari i e del la\'Orn; « Considerando, d'altra parte, che il diritto di riunione, ora concesso dalla legge, rima1·rebbe in fallo lettera morta, se il Comune e lo Stato non fornissero gratuitamente ai lavoratori il mezzo per riunirsi; ~ L'Unione delle Camere sindaooli operaie delle Bocche del Rodano decide: « &rii istituita a 1\farsiglia una Bol'sa del Lavoro; « Le spese d'amministrazione, il mate!'iale, la mauu– tenzione e tutte le altre spese necessarie all'andamento della Borsa del Lavoro saranno a carico del bilancio co– munale; « L'amministrazione della Borsa sarà affidata esclusi– vamente alle Camere sindacali liberamente costituite e federate. • Secondo l'Unione delle Camere sindacali, la Borsa del ~t~f~~s~~~e;,~,nC:~~Ji1~~~ei:~c:~ 1 L~ éf:.roe:ie ~~an~~~~ altresì al fl'lunicipio - a cui rivolgevasi - che, qualora esso accettasse in massima l'idea, nominasse una Com– missione per studiare la questione e che di questa Com– missione tacessero parte tr·e delegati del!' Unione. li dado, come si st10l dire, era dunque gettato anche a ì\farsiglia, ma qui, come altrove, non mancarono i visi arcigni, che, per lo meno, buttavano là questa frase: - Ma che bisogno c'è mai di questa B?rsa del Lavoro 1 A difenderne la istituzione - oltre 11giornale L'Ouoriel' Syndiquè, che poi divenne l'organo della Borsa del Lavoro - iniziò una campas:na il Peiii Provem;al, il quale nel maggio del 1887 scriveva un al'ticolo, da cui togliamo questi pensieri: po~e··~i1t~ 1 !~1~i:1~~ n:iJ:A~~~ d°:isC~r~:i~~aLasoic~is~t zione, nel suo msieme, favorisce singolarmente la feudalità finanziaria. « L'esistenza del proletario non è punto assicurata ... Biblioteca Gino Bianco

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