William Morris ed i suoi ideali sociali

La Lega socialista. Ma non soltanto le diffic.oltà profonde delle teorie economiche rendevano faticoso il suo compito. Le dissensioni cominciarono prest,o ne·] campo. « Mi trovo» egli dice, « ridotto all'antipatica missione di moderatore e di rappezzatore, ch'è proprio contro ogni mia inclinazione». Ed il peggio venne dopo. Le rappezzature durarono poco, ed il Morris, al principio del 1885, si trovò a capo d'un piccolo gruppo di dissidenti, che prese il nome di Lega Socialista. Per sei anni dette largamente tempo e denaro tanto per l'amministrazione interna della Lega quanto per la propaganda rivoluzionaria, ch'era il fine confessato della lega stessa, caldeggiato e discusso nel Commonweal, pubblicazione che fu dapprima mensile, poi settimanale, e per molta parte r,edatta dal Morris stesso, Di certo nessun altro giornale socialista poteva competere con quello, non fosse che per la bellezza delle poesie e dei romanzi che venivano pubblicati in appendice, ed erano fra le migliori opere di William \forris. lnoltre non appariva numero del giornale che non portasse qualche articolo dovuto alla di lui penna, e tanto più attraente in quanto era sempre dettato in forma chiara, semplice, famigliare, così da farci intendere subito i di lui concetti su,lla vita e sugli avvenimenti. Prendiamo, per esempio, questa spiegazione ch'egli ci dà, dell'atteggiamento rivoluzionario della Lega, nel 11umero del primo maggio 1886: « Siamo convinti che la parte più avanzata della classe capitalista, specialmente nel i1ostro paese, viene tratta dalla corrente, -non senza provare un senso di disagio e di timore, verso il Socialismo di Stato, e della specie più cruda; ed una certa scuofa di sociali-

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